1° SEDUTA – CURA E DOMANDA DI CURA

Seminario 1998 – Genova
Curare, educare, governare, amare e sapere.
Le impotenze e il passaggio alla guarigione

Seminari di Genova

 

 

Come la cura degli stregoni d’altri tempi, come la cura con le tisane delle nostre nonne o quella che tutti conosciamo del medico, così la singolarissima cura che chiamiamo psicoanalitica, come ogni cura, riguarda il corpo. Suggerisco di levarsi dalla mente che essa sia una cura della psiche. So bene che chiunque, anche solo per aver sentito la parola «psicoterapia», si immagina che essa curi la psiche o magari, più aulicamente, l’anima, ma non è vero. Non esiste psicoterapia e con questo, in forma implicita, ho già detto tutto quanto seguirà.

A questo tema, come uscendo dal cappello del prestigiatore, seguirà un secondo: la parola

«impossibile». Non occorre avere fatto studi per accorgersi che «impossibilità» non significa incapacità, inettitudine, non farcela, non essere all’altezza. La medicina odierna, per esempio, ha raggiunto moltissimi risultati, ma non tutti, così non ha ancora messo a punto una terapia contro i tumori: non si tratta di impossibile, ma di attuale, e probabilmente provvisoria, incapacità.

La cura psicoanalitica è dunque una cura del corpo.

Tutto dipenderà allora dalla singolarità, se ha una singolarità, di questo corpo. Se la nostra cura ha qualcosa di singolare, ciò non dipende dall’avere curiose idee su come curare e dal curare diversamente da altri; dipende dalle caratteristiche o, per usare una parola ancor oggi in uso e presente nella cultura a partire dalla cultura greca antica, dalla natura di questo corpo.

Il titolo di un recente romanzo, La fabbrica dei corpi, ci offre lo spunto per interrogarci sul corpo. Qual è la fabbrica del nostro corpo? Dalla risposta a questa domanda dipende anche la correttezza di tanti dibattiti degli ultimi anni intorno a bioetica, etica, non etica, variamente etica, clonazione ecc.

Dopo l’iniziale collaborazione fra quegli elementi del corpo materno e paterno che sono detti gameti, non è il ventre di nostra madre a fabbricare il nostro corpo e neppure quel tempo normalmente della durata di nove mesi che è la gestazione. Tutto questo c’è, ma non è ancora la fabbrica del corpo. Se questo è vero, come è vero, non occorre aspettare la possibilità di produrre artificialmente, semi-artificialmente in laboratorio degli organismi umani, per sapere che neanche le migliori meraviglie fantascientifiche saranno la fabbrica dei corpi.  …

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Data di pubblicazione: 05/06/2016