Seminario 2005-2006
I VIZI DELL’IDEALE DELL’IO, O “NARCISISMO”, INDIVIDUATI DA FREUD: INNAMORAMENTO, IPNOSI, PSICOLOGIA DELLE MASSE (O DEI GRUPPI)
Buona sera. Una parola soltanto da parte mia, poi parlerà brevemente Sandro Alemani, quindi seguirà un brevissimo intervento di Gianpietro Séry, con un’idea. Dopodiché, secondo me, salvo vi sia chi voglia prendere la parola, potremmo finire la serata in modo rapido e denso, come si dice: arriviamo tardi ma in compenso andiamo via prima.
É arrivata la dottoressa Colombo? Eccola. Il bello per chi arriva tardi è che c’è sempre qualcuno che arriva ancora più tardi: non c’è ragione d’invidia.
Un’idea che mi è venuta non più di due ore fa è quella di mettere il Seminario che facciamo e il Corso che inizia domani mattina, all’insegna della parola solidità. E’ quella che manca.
Io ho imparato questa parola nell’anno di grazia 1978, in un convegno dell’École parigina nel nord della Francia, a Deauville, non importa su quale argomento. Era sulla passe, ma poteva essere anche sulle pecore, è lo stesso: qualsiasi cosa la gente dicesse, era una più dissennata dell’altra. Non ricordo un convegno psicoanalitico più pazzesco di quello. C’era Lacan che girava per le sale e i corridoi con quell’aria inferocita! Già Lacan faceva paura a tutti, ma quella volta era il terrore allo stato puro.
Una mattina ha preso la parola un giovane analista, più o meno mio coetaneo, che fece un intervento di una elementarità unica. Disse: «Ma no, è tutta una questione di solidità, di solidité!». Ho visto Lacan fiondarsi sul microfono e dire: «Sì, tutto è solo una questione di solidità». Mi ricordo ancora quell’intervento. Da quella volta la parola solidità mi è diventata rilevante. Non importa ora discorrere su quella parola. …
Pronunciato il 28 ottobre 2005
Trascrizione a cura di Sara Giammattei
Revisione di Glauco Maria Genga
Testo non rivisto dall’Autore