Seminario 1999/2000
“L’EREDITÀ FREUDIANA NEL PENSIERO DI NATURA”
Trovo bene che sia Il Lavoro Psicoanalitico a iniziare l’anno, come parte del tutto. Domando se avete letto il fascicolo ricevuto, in cui c’è un testo introduttivo in cui si parla di università
Alcuni sanno — altri forse sanno meno — che nei vecchi tempi psicoanalitici si discuteva, e c’è anche un articolo di Freud così intitolato, se è possibile insegnale la psicoanalisi all’università.
Questo testo rovescia la prospettiva e dice che c’è un’idea di università costruita con l’aiuto della psicoanalisi. Allora, neppure più si pone la questione se insegnare la psicoanalisi in università. Con ultralaicizzazione del quesito: secondo il modello antico, di decenni fa, «si può, si deve insegnare la psicoanalisi in università?» a ben pensarci — mi viene solo ora — il modello è quello dell’ora di religione nelle scuole di stato. La scuola di stato è già fatta come è fatta, l’università è fatta come è fatta; poi vediamo l’opportunità, il Concordato, etc. È uno spunto che getto lì. Ancora per i vecchi Fornari, Musatti, e altri ancora, era solo una faccenda di fare cattedra, in cui insegnare come loro facevano un po’ di Freud e poi lo studentello si presentava all’esame e gli si chiedeva «Quali sono le stanze di Freud?» e lo studentello compitava, senza la più vaga idea di ciò che stesse dicendo, che c’era l’io, l’Es, il super-io, la realtà esterna… A me è capitato di essere dalla parte dell’esaminatore: desideravo solo andare via e infatti poi sono andato via.
Procediamo con questo istituto istituzionale e ufficiale che chiamiamo Studium Cartello e che da quest’anno ha un Annuario, proprio come quelli dell’Università.
Ho trovato e creduto di poter iniziare così, con una domanda con risposta? Qual è il nostro posto? Quale posto occupiamo? Qual è il nostro posto a questo mondo? Tanti quanti siamo, non due o tre, ma non mille, e se anche fossimo mille sarebbe lo stesso; con le nostre bravure o meno bravure, con le nostre capacità, le nostre tentazioni, i nostri mezzi. Qual è il posto che occupiamo al mondo?
La mia risposta è: — anche senza credo presunzione — insieme a un Freud rinforzato da Lacan — una sua citazione spiegherà subito perché lo menziono — il posto che occupiamo è il posto del potere. …
Pronunciato l’ 8 ottobre 1999
Trascrizione a cura di Gilda Di Mitri
Testo non rivisto dall’Autore