Seminario 1997/1998
“LA CASISTICA”
La riunione di questa sera secondo me è una data da trattenere come tale. È una decisione circa come si parla, ma proprio come si dice «Bada a come parli», ossia che ci sarà una sanzione a seconda di come parli, un premio ci si augura.
E il contenuto della decisione riguardante il «Bada a come parli» è, così come abbiamo già fatto, in questo caso è il passaggio che fa mutare molte altre cose, come sua conseguenza, da una parola come nevrosi — e mi sono sempre sentito stridere le orecchie quando uno, psichiatra o psicologo o psicoanalista dice “i nevrotici”: mi è sempre venuto da rispondere «Ma ti sei guardato nello specchio?» — alla espressione patologia comune.
E c’è una patologia comune: questa è quella che è sempre stata chiamata nevrosi. E allora sì, è corretta la frase «Tutti siamo nevrotici», ma ditelo così e non funzionerà. Vi fareste anche dei nemici. «Siamo tutti, individualmente, nella patologia comune»: rispetto al che c’è che guarito non significa essere passato a un club speciale e non è il caso di dire altro.
È un modo per dire che la crisi è la condizione, comunque, e nulla a che vedere con l’esistenziale.
Questa sera a me pare che sia una data, che ho cercato di caratterizzare con questo contenuto. Mi sarebbe piaciuto rispetto ai sogni sessualoni, sessualoidi, che abbiamo sentito, che è una buona questione: il desiderio, di solito come sessualone, nell’idea è sessuale perché i sessi sono le ancelle di quello che abbiamo chiamato castrazione, verginità: servonola la legge, come si dice “servire a tavola”. Il sessuale non è un contenuto del desiderio, che poi è perfettamente rappresentato dalla frasaccia popolana «andare a donne». Il desiderio non è andare a donne o a uomini. Allorché assume questo contenuto si tratta del contenuto manifesto del sogno, secondo la distinzione di Freud per cui c’è un contenuto latente, ossia il pensiero effettivamente pensato e che bisogna tradurre e che risulta nella traduzione; il contenuto latente è quello per cui risalta che ha messo fuori la testa ma l’ha rimessa nella nevrosi e ha preso i suoi contenuti dall’errore e allora ecco il sessualone. Allorché il sessuale è un contenuto, un punto di arrivo, del desiderio, siamo sempre nel sessualone, nel pornograficone, nella roba così.
Il sessuale allorché — rarissima esperienza nella nostra vita — qualcosa in ciò è felice, ossia proprio nella vita sessuale, arriva come qualcosa che è fuori conto, fuori giudizio, fuori di misura. È un puro soprapiù: e allora è fuori giudizio. Non esisterà mai più una morale sessuale che ha come oggetto di giudizio i comportamenti sessuali. È l’unico caso di libertà sessuale, il caso in cui i sessi sono ancelle: servono alla ricchezza. E fra i soprappiù della ricchezza potrà esserci anche questo.
Pronunciato il 20 marzo 1998
Trascrizione a cura di Gilda Di Mitri
Testo non rivisto dall’Autore