14° SEDUTA – LA NON-CLINICA COME FILOSOFIA DELL’ENTE NON IMPUTABILE. PRINCIPIO DI COMANDO VERSUS PRINCIPIO DI PIACERE O DI SOVRANITÀ

Seminario 1996/1997
“VITA PSICHICA COME VITA GIURIDICA. CASISTICA”

 

 

Inutile profondermi a dire il mio apprezzamento, specialmente per la condensazione di tutto sul lavoro, lavoro libero, lavoro servo.

Oggi ho dedicato un po’ meno del tempo che avevo per preparare questa sera, perché mi sono accorto che facendo un cosa diversa avrei preparato ciò avrei potuto dire questa sera. Vi suggerisco di acquistare l’ultimo numero dell’ Espresso per il supplemento che è un documentario su Hitler intitolato Il trionfo della volontà. Vi suggerisco di vederlo, come atto pertinente a ciò che andiamo dicendo: c’è tutto ciò che andiamo dicendo. Questo documentario è tutto all’insegna, non della volontà, che semmai è la volontà separata dal potere: la nostra divisione del lavoro è tra uno che può e uno che vuole. La parola volontà è tutta riassunta in quel film nella parola comando. Qualcosa del tipo “in principio era il comando”. Principio di comando contro principio di piacere. Suggerisco anche di guardare quel film senza bisogno di pensare a quelle che sono state le conseguenze assassine del nazismo. Fra l’altro nel 1935, tutto ciò non era ancora accaduto come poi si è conosciuto. Il nazismo sarebbe solo uno delle tante dittature della storia…

Guardate piuttosto che cosa è questo soggetto, così — a mio parere — perfettamente identico ai suoi sudditi, a questi milioni in piazza, queste masse militarizzate e plaudenti, entusiasticamente plaudenti: nessuno di questi plaudenti aveva un SS alle spalle con la pistola per obbligarlo ad applaudire. Vi suggerisco di vedere questo tipo di uomo che si soddisfa — così sembrerebbe — nella vita di puro comando, di perfetta sostituzione del principio di sovranità personale, che noi chiamiamo anche principio di piacere, con un puro principio di comando.

Lì c’è tutto ciò che stiamo cercando di dire, con tutte le conseguenze, specialmente sul lavoro, perché il continuo e ossessionante, gridato, invito a queste masse a obbedire, obbedire, e obbedire, significa che il lavoro sarà soltanto servo, che il lavoro è pensabile soltanto come servo.

Provate a guardare questo film dal punto di vista del quesito: qui è proposto il modello dell’uomo come soddisfatto dal puro comando e che quando riuscisse il puro comando vi sarebbe soddisfazione. Vi suggerisco di guardare l’essenza di questo tipo sotto l’angolo della psicopatologia non-clinica.  …

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Pronunciato l’ 11 aprile 1997
Trascrizione a cura di Gilda Di Mitri
Testo non rivisto dall’Autore


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Data di pubblicazione: 05/06/2016