Seminario 1996/1997
“VITA PSICHICA COME VITA GIURIDICA. CASISTICA”
La parola chiave — e io sto solo commentando la questione — è la prima parola: teoria. Una teoria che se uno un po’ nella vita ha cominciato a capire qualche cosa, ha cominciato a capire che non c’è niente di più pratico di una teoria, perché una teoria è un programma, molto più che un piano quinquennale. La teoria è un manifesto: non mi si vengano a dire che esistono le teorie astratte. Tutt’al più esistono delle procedure astratte di differenza di alcun ché, per tirare conclusioni. Momentaneamente, faccio osservare ciò che più o meno è noto a tutti da un paio di decenni, anche sulle prime pagine dei giornali: la condotta del movimento gay. Il movimento gay è una teoria: il movimento gay non è l’insieme degli omosessuali. Non è nemmeno un movimento di omosessuali. E al momento il movimento gay si occupa soltanto di reclutare ufficialmente o meno omosessuali, ma il suo futuro l’ha davanti: andando avanti recluterà necrofili, pedofili, etc. Il programma è chiaro: è lì che si vede. Oltretutto la serie varia — comincia abbastanza presto — delle perversioni è il futuro del movimento gay: feticisti, smettete di farlo solo di notte; uomini-trench non vergognatevi più davanti alle mamme dei bambini e così via. Il movimento gay è una teoria che recluta omosessuali sfusi — e ci sono omosessuali che non vogliono essere gay — e badate che qui il modello è copiato di sana pianta dal modello comunista: il partito degli operai. Potevano esserci degli operai che non erano comunisti. Non sto affatto facendo ora l’equivalenza fra gay e comunismo. Si tratta di reclutamento, ossia di programma o teoria — sono sinonimi — progetto o teoria — sono sinonimi e per questo era pertinente che venisse citato Platone prima; più teorico di Platone non è esistito: vasto programma pratico. Nella Scuola l’abbiamo commentato a proposito dell’amore platonico: ancora una volta omosessualità nella e della teoria di Platone, del tutto indipendentemente che Platone avesse o no una pratica omofila. Infatti potrebbe esistere il gay non praticante: è una cosa ammissibilissima. Si tratta di convertire nel reclutamento gli omosessuali sfusi, quelli che nei vecchi tempi andati si chiamava “i culi” — ed ha un certo rilievo ciò: il movimento gay ha raccolto questa parola, non ha fatto l’offeso, non ha fatto appello ai diritti umani a non essere insultati: fanno la manifestazione con scritto “Noi siamo culi”. …
Pronunciato il 9 maggio 1997
Trascrizione a cura di Gilda Di Mitri
Testo non rivisto dall’Autore