Seminario 1998/1999
“LA PSICOPATOLOGIA E LA SUA SCIENZA PRODOTTA DAL PENSIERO DI NATURA”
Ma è piuttosto un pensiero semplice. Io mi iscrivo già per la prossima volta fra due settimane. Mi iscrivo con chi altri si iscriverà per l’articolo determinativo plurale “le” psicosi. Un po’ come la nevrosi. Se la nevrosi è una — chi ci segue da qualche tempo avrà costatato che si dice “le” nevrosi, ma noi insistiamo che la nevrosi è una — allora adesso siamo a “la” psicosi, ma poi ce ne sono diverse. Allora, dov’è la differenza nell’unicità di concetto e di realtà?
Mi iscrivo per questa domanda. E com’è che c’è quella certa psicosi, di solito quella paranoica sembrerebbe così presuntuosamente sistematica, ordinata; e poi c’è la schizofrenia, tutta così disgregata, caotica. Se è vero che poi sono così diverse, stante questa apparenza di opposizione tra ordine e disordine.
Tuttavia, anche dopo fatto, si tratterà delle perversioni, un altro plurale, ma però il concetto è uno, singolare: “la” perversione, etc. E ci arriveremo.
Mettiamo che adesso finiamo bene quest’anno, che siamo molto bravi in queste lezioni, cosa facciamo l’anno venturo? Facciamo forse meglio di quest’anno? Potrò fare il trattato che merita sommamente di essere fatto. È un quesito aperto.
Ora, l’idea semplice è questa: che sia “la” o “le” nevrosi, “la” o “le” psicosi, “la” o “le” perversioni, “la” o “le” — in questo caso abbiamo un maschile — ”il” o “gli” handicap psichici, o “la” o “le” debilità psicogene, in fondo quello che noi andiamo dicendo è che quello che c’è sotto e neanche tanto sotto, perché è tutta roba che è lì da vedere, è qualcosa di abbastanza elementare. Sono pochissimi errori, che poi si orchestrano maluccio, ma pochissimi errori, un modesto numero di errori. Ma non sto neanche a provare a dire un numero. Ammettiamo il numero due, come il numero di questi errori, tre. Non lo sto sostenendo, ma se proprio proprio, arriviamo a tre. Il più geniale di noi potrebbe arrivare a dire che sono quattro.
Quand’anche fossero quattro, si tratta di un piccolissimo numero di errori. È sempre la stessa storia. Ed è sempre la stessa storiaccia. Da due a quattro che siano. …
Pronunciato il 16 aprile 1999
Trascrizione a cura di Gilda Di Mitri
Testo non rivisto dall’Autore