18° SEDUTA – FISSAZIONE VERSUS CORREZIONE

Seminario 1993/1994
“NORMALITÀ E IMPUTABILITÀ NELLE QUATTRO PSICOPATOLOGIE”

 

 

La seconda osservazione riguarda il giudizio. Mi sembra una discussione che a mio parere non finirà oggi. E anzi, più di tanto io ora non aggiungerei e forse non saprei dire. Però, c’è la sanzione consistente nella multa o nell’andare in prigione — d’accordo: ha ragione Mariella. C’è distinzione fra giudizio e sanzione, in quella che chiamiamo legge naturale, di me a te, figlio a madre — ma quando c’è questo mio giudizio, d’accordo non è il contenuto del giudizio a bastare come sanzione, però a mio parere c’è un passaggio in più: il mio giudizio, finché ho facoltà di giudicare, ossia non sono malato, apre un’alternativa. Io ti giudico, per esempio hai sbagliato, ossia mostro direttamente o indirettamente di comprendere dov’è il tuo errore. A questo punto l’altro si trova di fronte a un’alternativa: correggersi o non correggersi. Riconoscere o disconoscere.

È stato nel corso dei miei ultimi sei o sette anni che si è fatta sempre più rivelante la correzione. Se l’altro riconosce, si corregge, il giudizio ha già avuto il suo effetto e con soddisfazione per il soggetto che lo ha emesso. La correzione che l’altro accetta è sanzione adeguata senza bisogno di un seguito penale: ti tolgo il mio saluto, il mio affetto, e tutto il resto. La sanzione per così dire è autogestita dall’altro che riceve il mio giudizio. Si corregge. È un nesso logico, l’occasione di pensare che anche questo è sanzione.

E in effetti la correzione comporta delle condotte, una spesa, delle modificazioni, spese, investimenti. A volte anche solo cessazione di investimenti sbagliati. Ad esempio di finirla lì di dire o fare certe cose. perché se c’è la correzione, il soggetto è soddisfatto, proprio come si dice nei film di cappa e spada “Mi darai soddisfazione”; è una frase correttissima. Proprio nella nostra cultura è una frase che è stata rovinata proprio dall’essere solo una faccenda di cappa e spada. È una delle frasi più vere e più decisive nella nostra esistenza che ci siano. È solo nel caso in cui la correzione non avviene, se l’altro non si corregge, che seguirà la effettiva sanzione penale, come diciamo noi, in questo altro delitto, in questa altra città.   …

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Pronunciato il 21 aprile 1994
Trascrizione a cura di Gilda Di Mitri
Testo non rivisto dall’Autore


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Data di pubblicazione: 05/06/2016