Corso 2006/2007
IL TRIBUNALE FREUD. LA RIVOLUZIONE FILOSOFICA DI FREUD
Adesso sappiamo che l’inferno non è fatto di fiamme, ma di ninne-nanne. Ho un personale ricordo di infanzia a riguardo, ma non sto a narrarlo. Ma lo hanno in molti. Non ho fatto dell’umorismo: è fatto di ninne-nanne.
Bene ha fatto Vera Ferrarini nella scelta e del testo e di tutto ciò che ha detto e in particolare nel definire la salvezza in quanto quella che accade secondo un processo. Non riconosco alcuna altra accezione di salvezza. O di salus, che vuol dire simultaneamente salute, ordinariamente intesa, e salvezza.
Nel corso di anni siamo pervenuti a una semplificazione massima, in una accezione di semplificazione che non è quella solita. La semplificazione solitamente ottenuta tagliando via dei pezzi e lasciando solo quello che si ritiene essere il tronco, mentre non c’è salvezza se va via anche solo una foglia. Le foglie volanti dei nostri lapsus…
La semplificazione è questa: che le nostre vite individuali, storie individuali – Freud diceva ontogenesi – e tutte le storie individuali – come vedete ho evitato la parola “storia collettiva” – di tutti i tempi, sono riconducibili al conflitto della teoria contro il pensiero.
Non esiste altro conflitto primario, ossia di cui gli altri sono secondari, cioè derivati, compresa la guerra mondiale e la lotta di classe, che non sia il derivato di questo conflitto guerreggiato dall’una parte contro la seconda. Che veniva prima, comunque. Non sono un manicheo: non c’è la simultaneità del bene e del male.
La salvezza è dunque una ri-costituzione del pensiero. Oggi come oggi al mondo, un esplicito e precisamente formulato lavoro di ri-costituzione del pensiero, nel caso più limpido […] della parola “costituzione”, non nel senso biologico-genetico della parola, ma nel senso con cui diciamo la «Costituzione italiana» entro cui trovare la collocazione – vedi le esigenze di Alberto Colombo la volta scorsa – precisa del Tribunale Freud e delle sue procedure. È la costituzione a precedere.
La sede di questa costituzione è individuale: più volte ho giocato sulla parola “san(t)a” sede, mettendo la lettera n fra parentesi: santa-sana. È il medesimo concetto. …
Pronunciato il 2 dicembre 2006
Revisione a cura di Glauco Maria Genga
Testo non rivisto dall’Autore