Seminario 2005-2006
I VIZI DELL’IDEALE DELL’IO, O “NARCISISMO”, INDIVIDUATI DA FREUD: INNAMORAMENTO, IPNOSI, PSICOLOGIA DELLE MASSE (O DEI GRUPPI)
Sandro Alemanni introduce. Io non faccio nessun intervento, ma suggerisco solo una parola perché la sento forte. L’altra volta avevo suggerito la parola solidità, ora suggerisco la parola finezza. In particolare questa sera, in ciò che stiamo per affrontare. Non c’è nulla di più grossolano di ciò che conosciamo nella nostra esperienza collettiva. Essere all’altezza di un lapsus fa di noi una razza rara. Per la prima volta uso la parola razza in senso positivo. Freud diceva Stamm: un ceppo.
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Il bambino di otto anni che non arriva in cura in quanto è un bambino disturbato, è quello che oltre ai disturbi, ha già chiuso con gli adulti quanto all’affidabilità. E’ qualcuno che smette di raccontare a casa quello che ha fatto prima; ha fatto la lista degli argomenti di cui non parlerà più. Esempio: «l’altro giorno ho raccontato che mi hanno “segato”; ora non lo racconto più». Questo stesso bambino, quando va da qualcuno di noi e apre la bocca, ha riaperto il processo dell’affidabilità.
Credo che stiamo parlando della questione più mondiale che esista, non stiamo parlando di faccenduole psichiche. La parola affidabilità è pressoché irriabilitabile, salvo in contesti abbastanza cruenti di tipo mafioso: restano i criminali ad avere un’idea di affidabilità. Io trovo interessante impostare il tema dell’affidabilità senza passare per la criminalità. Peraltro credo, a proposito di finezza, che non esista un solo individuo al mondo a cui non basti una sfumatura o un tono di voce per capire che quello lì non me la sta raccontando giusta. Questa sagacia secondo me è universale. …
Pronunciato il 25 novembre 2005
Trascrizione a cura di Sara Giammattei
Revisione di Glauco Maria Genga
Testo non rivisto dall’Autore