2° SEDUTA – LA PARANOIA COME NON GIUDIZIO: UN IO SENZA CHI

Seminario 2000/01
“IO. CHI INIZIA. LEGGE, ANGOSCIA, CONFLITTO, GIUDIZIO”

 

 

Allora io faccio un intervento breve come il tuo. Vi do un nocciolo, subito, in breve. Un nocciolo, ossia provo a difendere l’idea che uno, analisi uguale giudizio; questo è un viraggio fatto. E al tempo stesso è il penultimo giudizio. Allora, detto il tentativo appunto da lì, ci arrivo subito. Ma faccio un aggancio — non sono stato lì a fare i complimenti a Sandro: è immane quello che ci ha riproposto Sandro questa sera. Non me lo sognavo neanche. Me lo ricordavo. Va beh… Anche sognare… — faccio un aggancio subito con la Scuola Pratica di Psicopatologia ultima, introdotta, nonché sostanziata da Cavalleri.

La paranoia. La paranoia è il non giudizio. Ho impiegato anni a cogliere perché Lacan desse tutta quella importanza alla paranoia e persino al concetto di conoscenza paranoica. Ma ora, abbreviatissimamente, però anche con un’idea non nuova in senso storico, ma rinnovante, c’è una similitudine: il pensiero paranoico ha ragione. Ha ragione come le tabelline, quelle delle scuole elementari. Io ho ancora dei ricordi di scuola elementare dove c’era questa cosa qui in fondo al quaderno con la copertina nera. Le tabelline hanno ragione. Ma proviamo a dare alle tabelline un Io, che la tabellina parli in prima persona grammaticale. Se la tabellina è lui, se io, che non sono lui, dico «Sette per sette, quarantanove», lui, in quanto con il suo Io è l’Io delle tabelline, lui dirà: «Mi legge nel pensiero, mi ruba i miei pensieri!». Le tabelline con un Io sono il pensiero paranoico. Ma come faccio io a sapere che 7×7 fa 49? O che 3 per 23 fa 69, stante una nota metafora aritmetica, molto tenera per altro? Che è il problema del paranoico: è la metafora erotica. Ma le tabelline con Io sono il pensiero paranoico. Come fa l’altro a sapere cosa ho io in testa? Cosa ha in testa l’Io paranoico? Le tabelline! Cosa c’è di più indovinabile del pensiero paranoico? Basta che ci sia uno che ha voglia di pensarci, cioè di pensare alle tabelline.  …

Leggi tutto


Pronunciato il 24 novembre 2000
Trascrizione a cura di Gilda Di Mitri
Testo non rivisto dall’Autore


Download

FileDimensione del file
pdf 001124LP_GBC1438 KB

Copyright © 2025 Raffaella Colombo - C.F. CLMRFL55B43Z133J
Copyright - Contatti - Tutela della Privacy - Cookie Policy


Credits


Data di pubblicazione: 05/06/2016