Seminario 2003/04
IL MIO RAPPORTO CON LA SALUTE
O PATOLOGIA DI UN ALTRO.
LA PSICOPATOLOGIA COME FELIX CULPA
Permettete una parola quasi da nulla: comincio con delle scuse. Il rilievo del tema di quest’anno, io ancora non l’avevo capito. L’aveva suggerito Glauco Genga: «Il nostro rapporto con la patologia dell’altro», cioè degli altri con cui abbiamo a che fare, dunque non nel lavoro dell’analisi, ma nella vita quotidiana a 360 gradi. Lo avevo abbastanza afferrato quando Glauco aveva buttato lì l’idea due mesi fa, ma era stata un’adesione logica ma non ancora sentita. Invece con il passare del tempo è diventata ingente e correlata con il tema dell’anno, Il Mondo come psicopatologia. Il tema di LP, Il mio rapporto con la patologia degli altri, compresi i presenti, è davvero la formulazione da LP del tema del Corso di quest’anno.
Ne parlavo con Sandro Alemani: ne veniva fuori una lista lunga così: gli altri, ossia i miei fratelli, il mio coniuge, uomo e donna, i miei amici, i miei maestri, i miei colleghi, l’uditorio, i figli, i genitori, i superiori; e a me veniva da aggiungere, se uno è cattolico, con il confessore. Perché, se il mio confessore è nella psicopatologia, cosa diavolo capirà di quel che gli vado a raccontare?
E la lista non termina qui: è davvero il corrispettivo da LP del tema Il Mondo come psicopatologia. Afferro solo che un argomento del genere riguarda la patologia della mia compagna o del mio compagno che, se io sono psicoanalista, mi fregherà nel mio essere psicoanalista, perché la sua patologia sarà contraria. Esperienza non millenaria ma ormai secolare, perfino debordante. Ma gli analisti non l’hanno mai messa a fuoco, da più di un secolo. Noi siamo i primi a porre questo tema. Mai accaduto. Qualcuno ne ha scritto: lettere private, osservazioni minime (ne ricordo una di Freud). É passato un secolo da quando gli analisti sono diventati numerosi, dall’inizio del Novecento, e siamo i primi a porre un tema di questo genere. …
Pronunciato il 21 novembre 2003
Trascrizione a cura di Sara Giammattei
Revisione di Glauco Maria Genga
Testo non rivisto dall’Autore