Seminario 1996/1997
“PERCHÉ FREUD HA RAGIONE, 2”
Giacomo B. Contri
Il tema della religione, quando qui Freud dice “religione” usa “forma di religione”.
Quando noi parliamo di “forma di diritto”, forma di diritto e forma di religione sono due cose ben diverse. La forma di religione, in quanto forma, astratta — e lui la connota con grande precisione — la religione è A più B: dottrina morale più dottrine esplicative, teorie della conoscenza e indicazione morale, che è una forma generale che vale per qualsiasi contenuto.
Freud è particolarmente acuto nell’osservare che poi alla fin fine la forma di religione serve a risparmiare le pene della nevrosi individuale, ossia a soffrire di tutto ciò che è nevrotico senza il passaggio al doversi assumere di essere nevrotico: ad esempio, l’angoscia.
Salvo qualche rarissimo cenno fatto di passaggio, a nessuno è venuto in mente di mettersi a praticare di cristianesimo, etc. Prima qualcuno ha chiesto qual è il tema del Mosè: secondo me il tema del Mosè è la guarigione, è il vedere come fare a farla finita con il ricominciare con la crisi, ma soprattutto con le conseguenze della crisi, ma soprattutto con le conseguenze della crisi, cioè con una patologia che in questo caso è la guerra civile: il tema è la guarigione. Il tema del Mosè è il tema della psicoanalisi.
M. Delia Contri
Perché non dire il tema della soluzione?
Giacomo B. Contri
Il tema della soluzione, della conclusione. Introdurre come semplice variante del concetto la parola guarigione è importante perché ha tutte le conseguenze individuali, perché designa che soluzione vuol dire con tutte le conseguenze individuali del caso.
Ecco perché importa guarigione: perché se guarigione, allora non c’è più bisogno di una forma che risparmi le pene della patologia individuale, ossia non più necessità di quella forma.
M. Delia Contri
Ma io usavo soluzione in senso più forte. Mi pare che qui Freud veda un percorso storico nella costituzione della legge: con Mosè ci siamo. Ma proprio nella storia dell’umanità. Ed è una legge che una volta posta…
Mentre con Totem e tabù è un tentativo fallito, perché se la sequenza posta in Totem e tabù la rivoltiamo, dall’esito — e Freud cerca di dare ragione dell’inibizione — allora basta capovolgere la sequenza degli eventi. …
Pronunciato l’ 8 novembre 1996
Trascrizione a cura di Gilda Di Mitri
Testo non rivisto dall’Autore