3° – DESIDERIO

Corso 1997/1998
UNIVERSITÀ. CHE COSA POSSO SAPERE

 

 

Ho un appunto su qualcosa che sto perfezionando in questo periodo. Riguarda la parola desiderio che si presenta come la più extra-teoretica, la più extra-filosofica, la più esistenziale-umana.

Vorrei avere fra le mani quello che ha inventato l’aggettivo esistenziale: nella misura delle mie forze fisiche non ne resterebbe pietra su pietra, molecola su molecola.

Un giorno mi sono accorto dell’iniquità — che sia un pensiero spontaneissimo è pura apparenza, perché si tratta di un costrutto secolare — che la parola desiderio vuole dire specialmente “il desiderio sessuale”. Oggi capisco che è proprio un errore. Ci sono poche idee indistruttibili come questa nelle nostre menti. La parola desiderio evoca quella roba là. Oggi capisco che è un errore e persino una iniquità.

Orwell, nel romanzo 1984, che cosa fa del sesso? Una cosa per quelle massacce popolari, che non sono neanche popolari: sono soltanto i poveri diavoli di ciò che resta della civiltà, di una civiltà iniqua. E naturalmente sono dei miserabili. Individuare il desiderio come specialmente e comunemente anzitutto sessuale è individuare il desiderio come l’unico appannaggio dei poveri, dei miserabili.

Allora il desiderio è riservabile, è costruibile nel suo pensiero — ed è ciò che risulta immediatamente dalla nostra formula, fatta mente locale — il desiderio è soltanto uno: desiderio di produzione di ricchezza. Sostituite a ricchezza tutti i sinonimi: fecondità, con il lavoro che la comporta, o guadagno. Nella e sotto la ricchezza potrà poi accadere di tutto e perché no, anche i sessi potranno finalmente avere una vita.

Io pretendo di potere dire oggi che c’è un solo desiderio e che è il desiderio di ricchezza. Una volta così individuato, la frase “il desiderio è il desiderio dell’Altro”, che significa che lo acquisisco da un Altro, che è un beneficio acquisito da un Altro, quindi che è già un beneficio il desiderio per il fatto di averlo, non per il fatto di averlo già portato a termine. Il solo fatto di averlo costituisce un beneficio, senza il quale neanche vi alzate al mattino, ossia restate dei pidocchiosi per tutta la giornata, per mesi o anni, come tutti i malati psichiatrici di questa specie.  …

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Pronunciato il 20 dicembre 1997
Trascrizione a cura di Gilda Di Mitri
Testo non rivisto dall’Autore


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Data di pubblicazione: 05/06/2016