3° – IL SOGGETTO DELLA LOGICA

2004/2005
LA LOGICA E L’AMORE

 

 

1. «Sono in forma»

Reitero l’informazione che all’inizio del pensiero di natura, più di dieci anni fa, c’è stato l’iniziale lavoro di Raffaella Colombo sul Progetto di una Psicologia di Freud. Ho detto inizio, non semplice spunto.

Così come la scorsa volta avevo proposto il titolo Una fonte di logica, così oggi propongo come titolo Il soggetto della logica. Intendasi soggetto grammaticale, come si dice io mangio, io parlo, io corro.

Fra parentesi, faccio le mie scuse (un po’ per modo di dire, non è qualcosa di cui mi debba scusare veramente) per il ritardo con cui sul sito compaiono in particolare i miei pezzi: la prolusione e il resto. E’ prudenza. Mi riservo le vacanze di Natale: per me quello di quest’anno è un forte lavoro. Non che non lavorassi anche negli anni precedenti, ma preferisco tenermi ancora alcuni sospesi: la prudenza, come si diceva una volta, è una cosa che quest’anno mi importa molto.

Aggiungo: il titolo «Il soggetto della logica» potrebbe essere reso con un’espressione corrente a tutti nota che, inconsapevolmente per coloro che la usano, è un’espressione corretta. Capita di dire e sentir dire, alla domanda «come va?» o «come stai?», capita di rispondere «sono in forma». Cioè: sono, soggetto grammaticale, in forma. La logica è forma, è forma valida. Uno degli appunti, quantunque forse marginali, che mi sentirei di fare ai logici, è di non esplicitare che il concetto logico di validità è preceduto dal concetto giuridico di validità. Ma, chissà perché, nessuno l’ha detto. Mi va l’espressione «sono in forma», perché è una di quelle espressioni in cui il verbo essere, esecrato da certuni, rimane in vita senza lasciare sul terreno morti e feriti.

Esplicito, anche perché è da qui che è partita poco fa Raffaella Colombo, che nella mia prolusione ho messo le cose in modo tale da meritarmi un appunto di Alberto Colombo a proposito del giudizio «Au è affidabile». L’appunto è che il proprio della forma logica è di non badare ai contenuti, a quelle che si chiamano le variabili individuali, cioè le x, y, z. E’ appunto di questo che si tratta: da quell’appunto sono stato richiamato a lavorare solo sul concetto di validità di tale forma. Validità vuol dire per tutti. …

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Pronunciato l’11 dicembre 2004
Revisione a cura di Glauco Maria Genga
Testo non rivisto dall’Autore


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Data di pubblicazione: 05/06/2016