Corso 2010-2011
LA PERVERSIONE AL BIVIO
IL TRIBUNALE FREUD
Rapidamente. Sto per terminare il pezzo promesso per sabato e domenica2 e consisterà in una rivelazione, anzi ne “la rilevazione”. Mi sono detto: “Siamo uomini o caporali? Chi sono io, il figlio della serva? Ho la mia rivelazione anch‟io”. Stasera vi dirò la mia rivelazione e la mia rivelazione è su che cos‟è il mistero. Se n‟è parlato per tutta la mattina, ma io stringerò sul mistero: questa sera saprete tutto su qual è il mistero.
Sequenze di osservazioni altrettanto brevi.
La perversione dopo Freud ha fatto molti progressi; abbiamo già detto – sto facendo della storiografia in questo caso – che il tempo non passa invano, magari per il peggio, ma non passa invano. Uno dei progressi – stante che Freud è quello che ha parlato di incesto – o l‟opera della perversione successiva è stata quella di qualificare come perversione l‟incesto: non si troverà mai qualcosa che è peggio di un peggio precedente. No, si troverà sì, qualcosa che è peggio di un peggio precedente.
Yunus: ringrazio Saccaggi per averne parlato e per come ne ha parlato. Come Yunus si è occupato dei poveri? Infischiandosene dei poveri; si è occupato di soggetti economici ancora trascurati. Stessa osservazione – e già fatta, ma non è abbastanza nota ahimé – per Marx ne Il Manifesto del partito comunista, il quale è inferocito e pure bruto contro quelli che vogliono occuparsi dei poveri: lavorare per la condizione sfavorita della classe operaia e di tutti gli altri. Lui vuole tirar fuori dei soggetti, non occuparsi dei poveri. Lui lo chiama “rivoluzionario” e lascia aperto il nostro ritorno sulla parola rivoluzione, ma insomma, anche per Marx, niente occuparsi dei poveri. Pari pari Freud: non si è occupato dei poveri malati, lo ricordavo ieri sera. Nel corso di un‟analisi io posso dire a qualcuno: “La smetta di rivolgersi a me come farebbe un malato”. …
Pronunciato l’11 dicembre 2010
Trascrizione a cura di Sara Giammattei.
Revisione a cura di Glauco Maria Genga
Testo non rivisto dall’Autore