3° – PRIMA RAPPRESENTANZA E NEVROSI OSSESSIVA, 2

3° SIMPOSIO
PRIMA RAPPRESENTANZA E NEVROSI OSSESSIVA

 

Formulata la domanda, controllare se la domanda è formulata in maniera corretta. Io dico: perché l’assediante sarebbe un Chi? L’assediante che darà la stura a tutte le patologie è la teoria stessa: bene e male, essere amati per se stessi etc.: è questo l’assedio.
Questa teoria è paragonabile ad un virus: è un paragone già fatto mille volte approfittando della nuova era in cui siamo, che è quella del computer. Nuova era per modo di dire, ma insomma tutti sanno che l’assediante del computer è il virus che poi è un programma omologo a come è fatto il computer che è tutto composto da programmi.

Allora la domanda è: “cosa assedia Chi?”, non più “Chi assedia chi?” È giusta l’osservazione che ossessivo vuol dire essere assediato, che peraltro esiste anche nell’espressione corrente: “I miei pensieri mi assediano”, o “Sono assediato dal pensiero delle tasse”.
L’assillo è la medesima cosa: è il tafano, l’insettino piccolissimo; ma in realtà non è un solo tafano che mi “tafana”, ma sono milioni di tafani lì intorno. Quello è l’assillo, l’assedio, l’ossessione. Se dicessimo che il tafano è la mia ossessione, è il medesimo livello descrittivo.

A proposito del dedurre: ecco un punto d’arrivo cui gli analisti non sono arrivati: rispetto a quale ordine la patologia è patologia. Io ho passato anni e anni nel mondo psicoanalitico che si era corrotto nell’idea che la normalità fosse un concetto statistico, che è addirittura un’idea volgare, stupida. È vero che esiste la parola norma e che essa ricorre anche nella statistica – c’è la curva di Gauss etc. –, ma perché cascare in uno dei possibili significati di un lemma polisemico? No, non ci casco.

Allora, dopo una lunga storia – mia personale in questo caso; la scienza è fatta della coppia induzione/deduzione; questo ce lo insegnano in quarta ginnasio – induttivamente il mio sapere induttivo o empirico sulle nevrosi e poi anche sulle psicosi e sulle perversioni, si è accresciuto. Non ho avuto bisogno di partire da una deduzione, né me lo proponevo. Non ero neppure in grado di proporlo e i miei maestri neppure. Una volta che c’è quella formula, io deduco tutto: le nevrosi, le diversità fra le nevrosi, le psicosi, le perversioni, etc. …

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Pronunciato il 1° marzo 2014
Trascrizione a cura di Sara Giammattei
Revisione di Glauco Maria Genga
Testo non rivisto dall’Autore


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Data di pubblicazione: 05/06/2016