Seminario 1997/98
Seminario “Aldilà. Il corpo” (3)
Questa sera anticiperò qualche contenuto della lezione, l’ultima del Corso, che terrò domattina sul tema «Cristo moderno».
Tradurremo il concetto espresso dalla parola «aldilà» – che è stata soggetta ai più diversi usi – individuandone dei sinonimi.
Il primo è «capacità» o «facoltà»: capacità senza limiti. Veramente soltanto un idiota potrebbe pensare che l’assenza di limiti debba essere intesa secondo l’ordine delle leggi fisiche o del comando. Domineddio stesso avrebbe di che essere abbastanza seccato all’idea che gli venisse attribuita un’onnipotenza consistente nel comandare a più non posso. Se così fosse, Dio sarebbe – in termini più tecnici – un nevrotico ossessivo «riuscito». Per quanto grandi possano essere la sua tolleranza e la sua facoltà di perdono, sarebbe proprio il caso di dire che c’è un limite a tutto: Dio non può essere compiaciuto all’idea che gli si attribuisca un simile genere di onnipotenza che in realtà si chiama «stakanovismo»; renderlo divino, non lo fa meno compulsivo e più gradevole, non solo per chi lo osserva, ma per il medesimo soggetto che lo pratica.
Facevo osservare che non è la lunghezza del braccio a poter fare parlare di limite della capacità: l’illimitatezza della mia facoltà si vede dal fatto che, se vi fosse un oggetto posato su un tavolo lontano da me e ne abbisognassi, potrei pregare chi è seduto vicino all’oggetto affinché, cortesemente, me lo fornisse. In questo caso la domanda ha una potenza assai più elevata della gittata del mio braccio. Potremmo anche dire che la domanda ha una potenza infinita, ma è più corretto parlare di potenza universale: nella misura stessa in cui vi sto rivolgendo questa preghiera, diventate l’universo di un atto, cui forse risponderà un altro atto; vi iscrivete come universo in questa domanda, che è un lavoro cui risponde un altro lavoro. Sebbene la potenza della domanda non abbia limiti, è il caso di chiamare «onnipotenza» questa assenza di limiti? Non ve n’è alcun bisogno, perché io, che amo il riposo, lascio che tanti atti siano compiuti da altri; nel mentre potrò fare cose riposanti, ivi compreso dormire. Il sonno è la facoltà di soddisfazione di un desiderio che risulta dal fatto di lasciare che l’«onni-» sia distribuito ai più diversi atti dei più diversi soggetti intorno a me. …