Raffaella Colombo
Vi leggo la comunicazione che Giacomo Contri mi ha dettato ieri sera.
Intervento di Giacomo B. Contri
«Questo è il mio consueto intervento finale del sabato mattina. Lo intitolo “Miracolo”, sapendomi al di sopra di ogni sospetto di miracolismo, potrebbero infatti darmi il Nobel di miscredente.
“Miracolo” significa che si introduce nella natura, si supplementa alla natura qualcosa che assolutamente non è natura e non ne è prodotto.
Per primo parto dal miracolo individuato da Kelsen: lui lo chiama causalità giuridica. Distingue causalità giuridica, non naturale, da causalità naturale, che è natura: nel mondo della natura si è introdotto il mondo dell’imputabilità, più ancora questo riunisce quello in modo diverso dalla causalità, che pure vi è pienamente rispettata.
Mi riconosco come merito quello di avere collegato il miracolo kelseniano con il miracolo freudiano.
Quanto al miracolo freudiano Freud l’ha chiamato “pulsione”, che io ho rielaborato fino a riconoscere una legge di moto dei corpi non naturale, bensì positiva, cioè posta dagli uomini; dunque nulla a che vedere con il giusnaturalismo. Il miracolo freudiano estende il miracolo kelseniano in modo inatteso da Kelsen.
Il miracolo introdotto nella natura non finisce qui: …
Pronunciato il 21 gennaio 2012
Trascrizione a cura di Sara Giammattei
Revisione di Glauco Maria Genga
Testo non rivisto dall’Autore