Seminario 2001/02
“ANCORA SULL’AMORE NELLA PSICOANALISI”
Una o due osservazioni. Non so se Dio esiste, ma questa è la chiara differenza fra Dio e Super-io: quelli là [quelli che picchiavano al piano di sopra] sono il Super-io. Se diciamo ormai che c’è omologia fra mangiare e parlare come pulsioni, questo direi che fa parte delle idee che ci appaiono comuni. Preso dal lato dalla patologia: patologia quanto al mangiare, sapremmo concionarne tutti. Anoressia… Allora, se ci buttiamo dal lato della pulsione fonica, cosa corrisponde all’anoressia? L’afasia. Ce la facciamo facile? Eh no! Forse sì, ma è solo una fra le tante. Ritorniamo dal lato del mangiare. Sappiamo che c’è la bulimia. Siamo pieni nel mondo di bulimie linguistiche, di parolacce anche quando sembra che si parli in un modo forbito, e quando si cita l’epistemologia. L’atto linguistico è normalmente una vergogna. Rispetto alla quale l’andare in giro nudi è niente. Una persona per bene è vestita: l’abito da sera. Perciò dovremmo come ricostruzione di una moralità, avere presente le anoressie linguistiche, le bulimie linguistiche, e non solo riferite alla pulsione…
Invece, mi veniva in mente un esempio, che credo mi avesse portato lei, ma adesso non faccio nomi. Comunque non le porto via il caso, ne faccio solo uso, poi se lo tiene lei. Una signora — mi aveva colpito, io non avevo mai incontrato una cosa così — sposata giovanissima, ma che dopo vent’anni è ancora giovane donna, magari anche gradevole… Niente figli. Allora un giorno adotta un figlio, adotta lei. Il marito è d’accordo, ma si capisce che è lei che combina tutto. E chi adotta? Mi pare una figlia, ma quello che importa non è che sia figlia o figlio. È che è negra, ma proprio con la gr; neanche un po’ nera, di colore: proprio una bella negra. Per quale ragione? Perché così tutti capiranno che non è figlia mia. Essendo lei di razza bianca e naturalmente ariana — l’ideologia è già lì — e il marito anche, bianco, ariano, è del tutto chiaro che non l’ha fatta con un uomo. Non so se di grosse così quanti di voi ne hanno sentite. Magari questa fa pure le marce per la pace o cose così. …
Pronunciato il 25 gennaio 2002
Trascrizione a cura di Gilda Di Mitri
Testo non rivisto dall’Autore