Seminario 1998/1999
“IL PENSIERO CON FREUD: IL PENSIERO DI NATURA”
Nel corso di questo seminario ribaltiamo, come si fa con una ribalta, il pensiero di Freud sul pensiero di natura, semplicemente per ritrovare che il pensiero di natura è nato con l’assunzione del pensiero di Freud nello scioglimento delle difficoltà a esso inerenti.
La parte di lavoro che faccio questa sera è definita e la definirò riguardo a termini precisi. Sono i termini delle cosiddette due topiche freudiane: prima topica, coscienza-presconscio-inconscio e seconda topica, Io-Es-Superio. Sinceramente, delle volte mi chiedo come mai alcuni o più che alcuni sono lenti in queste cose, ma poi trovo la scusante nella scusante che trovo in me stesso: io stesso sono stato molto lento, c’è voluto del tempo.
So anche che l’unificazione delle due topiche — uso le parole più tradizionali — cioè della prima e della seconda terna, è stato il pressante problema degli analisti nella storia del movimento psicoanalitico, almeno dall’inizio degli anni ’20: “come facciamo a metterle insieme?”.
Ritengo che una delle difficoltà loro proprie, non difficoltà da banchi di scuola, né da banchi di università, derivava dalla incomprensibile incapacità, salvo che si sia analisti, a cogliere che ambedue queste terne avevano come correlato la realtà. Io-Es-Superio è la realtà; coscienza-preconscio-inconscio è la realtà. Nulla a che fare in Freud con l’interiorità.
Ecco perché ho segnato questa sera, meno di un’ora fa, una frase che vi segnalo — poi un giorno vi dirò l’autrice che si riconoscerà, dunque non mi approprio indebitamente di una buona frase — che dice che l’unico interiore che l’inconscio ammetta sono le interiora. Tutto il resto è alla luce del sole, sensibile, percettibile, visibile. Ossia, l’aspetto della realtà che è coglibile, quella che Kant chiamava “intuizione sensibile” per mezzo dei propri sensi.
E una delle poche vere lezioni di Freud è: contrariamente al sensismo trionfante settecentesco che dava per trionfalmente raggiungibile tutto ciò che compariva alla luce del sole, all’udire, ai sensi, Freud un giorno si accorge che i sensi non raggiungevano il bersaglio, ciò che era alla luce del sole. Occhi non vedono, orecchi non odono. È l’anestesia nevrotica: i polpastrelli non palpano, l’olfatto non annusa, il gusto… quante volte abbiamo avuto l’esperienza di mangiare senza sentire i sapori, a seconda degli umori… …
Pronunciato l’ 8 gennaio 1999
Trascrizione a cura di Gilda Di Mitri
Testo non rivisto dall’Autore