4° – VIVERE NELLA CONTRADDIZIONE. VIVERE NEL COMPROMESSO, 4

4° SIMPOSIO
VIVERE NELLA CONTRADDIZIONE.
VIVERE NEL COMPROMESSO

 

Due brevi contributi di cui Raffaella Colombo m’ha dato il destro.

Primo. È vero: quando il bambino piccolo dice una parola, questa è già una frase. Se ne sono accorti alcuni psicologi di parecchi decenni fa. Era ancora l’epoca in cui raramente qualche psicologo sensato esisteva ancora, oggi non c’è più nemmeno quello. Fine dello psicologo sensato.
Il bambino piccolo comincia già dalla frase anche se è una singola parola. Pensate a quel sogno di Anna Freud da piccola, citato da Freud, in cui c’è la parola “Fragoloni”: è del tutto chiaro che sta dicendo: “Mi piacciono i fragoloni”, è già una frase. È nella patologia che questa facoltà ricchissima e primaria può venire, più che perduta, ammalata e allora diventiamo persone che hanno delle parole con le quali non riescono a costruire nessuna frase. Questa è la vera regressione, non c’è regresso al bambino: magari! Se noi avessimo un ritorno alla condizione del bambino non avremmo alcun regresso perché impareremmo per frasi come implicitamente già il bambino, quindi non c’è il regresso infantile, c’è la regressione infantile, cioè la perdita di quella che era già una facoltà infantile.

Secondo. Raffaella Colombo mi ha dato il destro per una proposta di definizione del pensiero semplice, non importa la differenza fra filosofo d’alto bordo e persona di media cultura. Pensiero può essere perfettamente definito in base al sapere osservativo, nient’altro che questo.
Possiamo chiamare con la parola “pensiero”, quella suscettibilità, sinonimo di facoltà, dell’organismo – un organismo di due o tre chili, che cosa altro è? un organismo. Cosa volete stare lì a distinguere in un bambino l’organismo, lo spirito, etc.? è un pacchetto di carne che pesa più o meno così – di costituire la coppia tanto intellettuale quanto pratica piacere-dispiacere. È tutto lì, veramente tutto lì. Costituita – vedi costituzione – questa facoltà sul fondamento, vero fondamento di essa, si produrranno quelle leggi, che Freud ha chiamato pulsione e che successivamente io ho ribattezzato come legge di moto che sono le leggi, per così dire, di cosa combinare nella vita. Combinare vuol dire inanellare, collegare, connettere, fare relazione.

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Pronunciato il 6 aprile 2013
Trascrizione a cura di Sara Giammattei
Revisione di Glauco Maria Genga
Testo non rivisto dall’Autore


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Data di pubblicazione: 05/06/2016