5° SIMPOSIO
A CHE PUNTO SIAMO.
SPERANZA O CERTEZZA?
C’è stato qualcuno nell’Ottocento che ha detto qualcosa che io ora arricchisco: qualsiasi cosa, diciamo un pensiero, un’idea o una parola ci vogliono secoli o millenni perché riusciamo a capire che cosa sia. Per esempio, la parola arte: quanti trattati sono stati scritti su l’arte?
A mio avviso, uno dei migliori è Picasso perché da lui in ogni caso assumo un pensiero che è quello dell’artefatto. Conquistare l’idea di arte a quello che diciamo dell’artefatto, anche senza pennelli, mi pare una buona conquista. Poi c’è artefatto e artefatto: c’è l’artefatto e c’è il misfatto e poi c’è la guarigione che è un nuovo artefatto su misfatto, ma non c’è che artefatto.
L’operazione dell’artefatto merita di essere chiamata grazia, quindi se prendiamo come Dio il Dio biblico che crea Adamo e naturalmente Eva, è del tutto ovvio che compie un artefatto sulla materia. L’uomo è un artefatto e a Dio è attribuito di avere artefatto la materia. Niente natura: certo, sono due millenni di natura che ci hanno riempito il cervello fino a instupidirci.
Concludo con un’osservazione che non so se farò bene perché l’ho raccolta appena appena ma mi interessa ed è sulla domanda riportata da Raffaella Colombo prima: “Che cosa te ne fai di Gesù Cristo?”.
Anche io che, come ho sempre detto, sono nato sotto una parrocchia, conosco fin da poco dopo neonato questo imperativo al farsene qualcosa: “Devi fartene qualche cosa”. Per fortuna è venuto il giorno in cui ho lasciato cadere il dovere di farmene qualche cosa, l’ho lasciato lì. Non ho più accettato l’idea del dovere di farmene qualche cosa e un bel giorno è entrato nel campo del mio pensiero.
La stessa cosa avviene per tutto: “Perché leggi quel libro?” Mi ci è voluto parecchio per uscire da questo ricatto pedagogico e morale che mi facevano fin dalla giovinezza: “Perché fai questo?”. In particolare riguardava la lettura, “Perché leggi tanto?”. Un bel giorno ho capito che quello che insisteva con me su questa domanda e anche con mille altri era un porco. Tanto per cominciare Maupassant mi eccitava; ci son tante modalità iniziali dell’eccitamento, non c’è solo quella che direbbe il popolaccio e anche quello sessuale non è affatto il primo, viene ad un certo punto di una serie. …
Pronunciato il 18 maggio 2013
Trascrizione a cura di Sara Giammattei
Revisione di Glauco Maria Genga
Testo non rivisto dall’Autore