5° – CONCLUSIONI

Corso 2003/2004
IL MONDO COME PSICOPATOLOGIA.
L’ORDINE GIURIDICO DEL LINGUAGGIO

 

 

Ho da proporre solo due cenni svelti. Oltre alla bontà di ciò che abbiamo sentito ora da Raffaella Colombo, ricordo che uno dei suoi meriti è l’aver inventato questo concetto, perché è un’invenzione vera e propria.

Circa la psicopatologia precoce, suggerisco una similitudine che mi è venuta ascoltandola, la similitudine con il papavero. E’ esperienza di tutti: il papavero è un fiore molto bello ma, diversamente dagli altri fiori, appena reciso, è subito appassito. Non si può regalare un mazzo di papaveri; mentre gli altri fiori hanno una durata, l’appassimento del papavero è quasi istantaneo.

La canzone più patetica e crudele che io conosca, che già nella mia infanzia, quando è stata composta, a me faceva sentire freddo nella schiena (cosa diversa dalla commozione), è Papaveri e papere. Immediatamente, alla prima mossa della bambina, in questo caso la papera, il padre-non-padre dice che non può prendersi il papavero. Il finale, l’ultima strofa è la falce che taglia il papavero.

Se qualcuno la cantasse, dovrebbe cantarla ripetendo dopo l’ultima strofa, il ritornello a bocca chiusa, mostrando così una delle tante cose che ci ha mostrato Raffaella Colombo, cioè che non è decisivo per la diagnosi di autismo l’afasia. Ci possono essere tutte le parole, come in questa canzone cantata fino all’ultimo. Ma alla fine cantarla senza parole ripete la medesima cosa da afasica, come quel tale autistico che è capace di scrivere la lettera che ci è stata letta. Sottolineo: l’autistico incomincia da papaveri e papere.

Senza prendermela con la musica in generale, dico che l’eziopatogenesi è a modello musicale. Ciò vale anzitutto per la ninna nanna, la gran parte delle quali in quanto effettivamente cantata da un certo numero di madri meriterebbe alle medesime l’ergastolo; io da bambino avevo il buon senso di dire alla mia mamma di non cantarmi più quella canzone, Capinera, e ricordo ancora adesso che protestavo. E ciò vale anche per la marcia militare: pensate a quanti paradisi mettono in scena le schiere celesti che marciano al suono di una marcia militare: è la psicosi in paradiso.  …

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Pronunciato il 20 marzo 2004
Revisione a cura di Glauco Maria Genga
Testo non rivisto dall’Autore


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Data di pubblicazione: 05/06/2016