Seminario 1998/1999
“LA PSICOPATOLOGIA E LA SUA SCIENZA PRODOTTA DAL PENSIERO DI NATURA”
Senza la caramella non posso. A proposito di caramella, ognuno dovrebbe avere la sua caramella; in questo caso è quella che Gilda gentilmente mi dona in ogni incontro che facciamo, su mia formale domanda, eh? Io so che c’è l’offerta, ma parto sempre dalla domanda. Ognuno dovrebbe individuare la sua metaforica caramella: è l’unico segreto che siamo in diritto di avere.
L’introduzione della volta scorsa aveva come senso, prima del suo contenuto che spero sia stato aderente al senso, di fare dritta — come si dice dare una dritta — la qual cosa poi, a pensarci bene, è l’unica cosa che importa. Un’esposizione deve avere il più implicitamente possibile fortemente presente un ordine di pensiero. Una volta si diceva “sistematica”: io detesto il sistema. Ma senza eccedere nella pedanteria, che significa scolasticità da banchi — è una cosa seria anch’essa — perché, esistita la dritta, che vuol dire la norma — la parola norma è la squadra del muratore; potrebbe anche essere il filo a piombo — non sta scritto da nessuna parte che essere normali vuole dire andare a 90°: la normalità non è i 90° della squadra del muratore. È avere come punto di riferimento la squadra del muratore; poi potete anche camminare sbiechi, rotolati, ma c’è la norma. Allora tutto è variante e per caso può anche capitare che per caso andremo a 90°.
Felicità, libertà, soddisfazione, etc., si chiamano soltanto con un nome: eccezione alla regola. Bello il giorno in cui la regola, in questo caso i 90°, sarà anch’esso un’eccezione. Ma l’eccezione è possibile perché c’è la norma, non dovesse esserci un giorno della mia vita che io sto dritto a 90°. Vuole dire che non ho obiezioni di principio ai 90°, eccezione o privilegio.
Cosa scrive Freud nel disagio della civiltà? Lui dice: la nostra civiltà è essa stessa strutturata per la nostra insoddisfazione, perché dopo tutta la vicenda dell’attacco al Padre e della sua uccisione, i fratelli, questi tutti uguali, hanno come patto che fa da principio per tutto il seguito della legislazione dei loro rapporti, che non vi sarà più privilegio per nessuno; ossia, che ci sarà soltanto sopravvivenza, un piatto di minestra per tutti, come ideale, quindi potrebbe non esserci neanche un piatto di minestra. Come dice M. Delia Contri, di sopravvivenza non si sopravvive. …
Pronunciato il 20 novembre 1998
Trascrizione a cura di Gilda Di Mitri
Testo non rivisto dall’Autore