5° SIMPOSIO
PRIMA RAPPRESENTANZA E PSICOSI
A questo proposito, avverto troppo rapidamente che nella psicosi – lasciando aperto che si parla giustamente di perdita di realtà –, lo psicotico annega nella realtà, vive di troppa realtà: ce n’è troppa, c’è solo realtà.
Invece il motivo del mio intervento è dato dal seguente titolo che suggerisco di annotare: è l’idea di una fedina psicopatologica, come c’è la fedina penale, ma di senso molto diverso dalla fedina penale. La fedina penale è un bell’incomodo, prima o poi uno cerca di ripulirla. Avere una fedina penale “sporca” ha delle conseguenze pratiche, ci sono cose che non si potranno fare. Invece la fedina psicopatologica – per la massima semplicità cui peraltro aspiro – la illustro subito così: è un buon giorno per ognuno quello in cui uno possa dire: “Quando ero nevrotico”, “Come pensavo quando ero nevrotico”, “Come agivo quando ero nevrotico”, “In cosa consisteva l’essere nevrotico…”. Ecco questa è la fedina psicopatologica, da portare con me, compagnia.
Quindi è un buon giorno quello in cui uno possa dire: “Quando ero – o magari lo sarò ancora parzialmente – o psicotico o perverso” e dico così perché ammetto la guarigione anche in questi casi: la guarigione è proprio quella del giorno in cui uno possa dire: “Quando ero così”, segnando per ciò stesso una differenza temporale. E in fondo un’analisi si conclude bene quando incomincia questa fedina, quando incomincia a scriversi questa fedina da non ripulire, da mantenere come memoria. Questa fedina, diversamente dalla fedina penale, non mi impedirà nulla; al contrario, era il contenuto della fedina a impedirmi.
Ho detto questo per invitare a ricavare da questi nostri simposi, così come dagli altri, un vantaggio anzitutto personale.
Ora, nella costruzione di questa fedina noi siamo – ormai mi pare di poter dire, ahimè – gli unici al mondo, a conservare intatta la fedina psicopatologica di Freud: nevrosi, perversione, psicosi, a cui noi abbiamo aggiunto psicopatologia precoce. Nessuno lo fa più, e proprio questa mattina mi annotavo che in fondo gli psicoanalisti si vergognano di Freud, tutto sommato si vergognano, ma proprio così come uno si vergogna, finché è nella nevrosi, nel momento in cui riacquisisce un pensiero rimosso. …
Pronunciato il 24 maggio 2014
Trascrizione a cura di Sara Giammattei
Revisione di Glauco Maria Genga
Testo non rivisto dall’Autore