Seminario 1999 – Genova
Trattare e maltrattare: se tratti scientificamente i tuoi partner li perdi
Cari Amici – i promotori del Seminario di Genova come pure i loro invitati – compio un atto di presenza indiretta inviandovi queste righe.
Che il tema di quest’ultima seduta del Seminario riguardi la guerra, si è rivelato non accademico: la guerra, eccola a poca distanza da noi, ma anche a nessuna distanza da noi. È nelle teste, o nei cuori, di tutti, cioè è commista come la zizzania alle leggi di moto dei nostri corpi. In tale forma è presente anche in tempo di pace. In forme diverse, la psicopatologia è guerra. Il giornalismo di quest’ultimo mese e mezzo, su carta e video, è gravido di psicopatologia. Parlare della pace facendo guerra è il discorso di Antigone: «Non lo faccio per odio ma per amore».
Vi propongo di leggere, come mia parola, due brevi pezzi:
- uno critico, già pubblicato, intitolato: «La psicologia di von Klausewitz». Esiste una Psicologia novecentesca di guerra, cui corrisponde la guerra reale;
- e uno edificativo (non dico «edificante», ma solo perché questa parola evoca le predicherie): infatti la Psicologia che poniamo è una Psicologia di Che chiamiamo «pensiero di natura». In questo senso vi suggerisco di leggere le brevi pagine 7 e 8 di Libertà di psicologia.
Sarebbe importante se questo Seminario, oltre a tutto ciò che ha già apportato, vi apportasse questa distinzione tra due psicologie. Anche in vista del Seminario del prossimo anno.
Ricevete i miei saluti, anche da tutto lo Studium Cartello.
LA PSICOLOGIA DI VON KLAUSEWITZ
Condivido l’articolo raro di Vittorio Messori sulla guerra Nato contro la Serbia («Il Giornale» del 31 marzo). Aggiungo un nesso.
Trasformo la celebre frase di von Klausewitz: «la guerra è la prosecuzione della politica con altri mezzi», in: «La guerra è la prosecuzione della psicologia – quella nata americana all’inizio del secolo – con altri mezzi». È una psicologia (detta «scientifica»), iniziata per l’esercito, voluta in un’unica prospettiva: dare istruzioni, comandi, immediatamente proiettata sull’azione e azione esecutiva – con aggravamento del dibattito faustiano tra «in principio era l’azione» e «in principio era il verbo» – come esecuzione meccanica di programmi cioè comandi. …
Pronunciato il 5 maggio 1999
Trascrizione a cura di Gilda Di Mitri
Testo non rivisto dall’Autore