Seminario 2001/02
“ANCORA SULL’AMORE NELLA PSICOANALISI”
È un pensiero che prima non avevo già. Un congresso internazionale sul tempo, con cento relazioni, me lo vedo già: io non ci vado.
Ma la metterei così. Adesso, a parte le nostre perfezioni o imperfezioni, nel parlare del tempo di Kant o di Aristotele. Con un procedere che era già impostato da Freud… Però potrei anche non menzionarlo, perché sembra sempre “dal punto di vista psicoanalitico e non filosofico”: ma niente affatto! Quello che facciamo è che non gioca più dal presupposto di queste distinzioni. Se no si è già sbagliato tutto in partenza. Poi dopo arriva il teologo e fa tre.
Il piccolo Hans, non curato, un po’ di anni dopo si troverà non più fobico ma un’altra cosa. Poi un po’ di anni dopo si troverà non più quell’altra cosa ma un’altra cosa ancora; poi magari psicotico, poi magari querulomane, paranoico, poi diventa brava persona, sembra… Ciò che ho appena detto che cosa significa? Che non c’è distinzione fra il prima e il poi; non c’è un poi. Rispetto alla patologia non c’è alcun poi. Stavo pensando proprio alla vecchia definizione aristotelica del tempo, che sarebbe la misura del movimento secondo il prima e il poi, il che significa che c’è il poi. Che c’è un prima e che c’è un poi, che c’è uno stato iniziale e c’è uno stato finale, per esempio di un sasso buttato nello spazio: l’intervallo di tempo. In un primo tempo il sasso è in questo punto dello spazio, nel secondo tempo è nel secondo punto dello spazio. Quindi c’è il prima e c’è il poi. Banale banale. Ricordiamoci sempre la banalità delle dottrine del tempo, anche kantiane. Si riferisce alla scienza fisica; è il concetto del tempo riferito alla scienza fisica: il sasso prima era lì e poi è là.
Riguardo al piccolo Hans non c’è il prima e il poi: alla fin fine è sempre un malato. Quindi, il sasso è passato da un prima a un poi; il piccolo Hans non è passato da un prima a un poi. Non esiste il caso del prima e del poi riguardo al caso del piccolo Hans. …
Pronunciato il 22 febbraio 2002
Trascrizione a cura di Gilda Di Mitri
Testo non rivisto dall’Autore