5° SEDUTA – L’IMPOTENZA AL GIUDIZIO DI GRADIMENTO

Seminario 2001/2002
UNA IDEA SEMPLICE. LA PIETRA SCARTATA. IL PENSIERO
PENSIERO E DESTINI DEL PENSIERO NELLE PATOLOGIE

L’IMPOTENZA AL GIUDIZIO DI GRADIMENTO
Il pensiero debilitato della nevrosi

 

  1. Amore presupposto 

Il mio cervello continua a essere impegnato nel lavoro di sottrarci alla parola nevrosi, che vorrei poter sostituire con un termine della lingua della vita quotidiana. Teniamo conto che viviamo in questa, e non in un’altra epoca. Abbiamo già connotato questa epoca come quella in cui si è fatto parecchio per far scomparire l’idea dell’esistenza della nevrosi, a partire dalla quasi negazione dell’esistenza dell’isteria.
Suggerisco una frase: “Non sono grato a mia madre per avermi dato la vita”. Illustro subito.
Oltretutto, grato di che? Non esiste alcuna garanzia all’inizio della vita che le cose andranno bene.

Allora “Non sono grato a mia madre per avermi dato la vita”. Questo “non” è un giudizio imputativo a mia madre, o a mio padre, per avermi instillato − si tratta in realtà di ben altro, ma non fa nulla − l’idea che dovrei essere loro grato per avermi dato la vita. Imputo loro il dolo di avermi installato una simile idea.

È il dolo che afferisce all’instillazione di quello che è stato chiamato “amore presupposto”. È tecnicamente falso che mio padre e mia madre mi abbiano dato la vita: per darmi la vita, bisognava che io, o chi, ci fosse. Quando invece ero allo stato di blastula o di morula non c’era alcun “Io”, alcun “mi”, alcun “chi”. …

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Pronunciato il 9 marzo 2002
Trascrizione a cura di Gilda Di Mitri
Testo non rivisto dall’Autore


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Data di pubblicazione: 05/06/2016