6° SIMPOSIO
CONCLUSIONE. A CHE PUNTO SIAMO?
Vorrei chiedere chi vi credete di essere per avere il privilegio di sedere qui. Vorrei che questa domanda, che voi non vi siete fatti, ve la poneste per vostro conto.
Non esiste da nessuna parte il pensiero che noi promulghiamo. Non che abbiamo grande successo direi: è minimo, e non sono io l’unico ad averlo notato. Potere chiedersi a che punto siamo – l’ho appena scritto per il blog di oggi – equivale a poter dire “A che punto eravamo”, cioè ripartire dall’indomani, dall’indomani delle nostre patologie.
Chi lo può dire? Chi può dire: “quando ero isterico…”, chi di voi ha mai detto questa frase? O ossessivo, paranoico. Credo che, a quanto mi risulta, una frase come questa – “quando ero paranoico, ossessivo, melanconico, isterico” – non l’abbia mai detta nessuno. Quindi la domanda “A che punto siamo?” denota l’intera civiltà – cultura media – e l’intera patologia in ciascuno e in tutta l’umanità; ma è una frase pronunciabile solo a partire dall’avere cambiato discorso. La cosa mirabile è che questo cambiamento di discorso non è finale, è iniziale.
Una volta dicevo che uno potrebbe essere già guarito in una sola seduta analitica perché in quella sola seduta per via della relazione da pensiero di natura, già impostata per la sua stessa tecnica, uno dovrebbe uscire guarito; una seduta, forse due. Ora non sto a dilungarmi sul perché due sedute, mentre devo star lì a contare che sono solo pochissimi. Potrebbe avvenire anche dall’oggi al domani come in certe illuminazioni, soltanto che noi non abbiamo la dottrina buddista o para-buddista della illuminazione. No, assolutamente no, non siamo buddisti.
Buddha è stato uno degli uomini più acuti della storia dell’umanità, è quello che ha fatto l’obiezione migliore che possa essere fatta alla psicoanalisi e al Cristianesimo. Lui ha detto: “Va bene, ammettiamo pure che veniate fuori guariti”, oppure, “Ammettiamo pure che Gesù Cristo un bel giorno si è sollevato su e se ne è andato non si sa dove”. Ammettiamolo pure, dice Buddha – cinque secoli prima di Cristo non c’era né Cristo né la psicoanalisi, quindi era un’obiezione anticipata, l’unica che abbia un qualche interesse –, ammettiamo pure che un tale, quello là, un bel giorno era morto, fa niente, è risorto, poi non era mica contento, non è soltanto risorto ma è rimasto per tutti i secoli dei secoli un uomo come me e tutti i presenti. …
Pronunciato il 21 giugno 2014
Trascrizione a cura di Sara Giammattei
Revisione di Glauco Maria Genga
Testo non rivisto dall’Autore