6° SIMPOSIO
CONCLUSIONE. LA DIFESA DEL PENSIERO
Raffaella Colombo
Due considerazioni.
Una è sulla difesa come categoria, categoria del pensiero, e la seconda sarà una domanda su quali sono i criteri per concludere chi sia un cliente per il Difensore della salute.
La difesa come categoria intellettuale o categoria del pensiero – Giacomo stamattina l’ha ripreso – è la conclusione che quest’anno 2013 ha raggiunto. Come categoria di pensiero, uno l’ha o può anche non averla: cioè tutti iniziano con l’avere questa categoria di difesa, che è proprio del pensiero, però si può perdere. Come si dice che uno ha perso le categorie morali, ha perso la categoria giuridica, cioè il pensiero viene meno dall’essere pensiero giuridico.
Giacomo B. Contri
Non volevo, e in effetti non l’hai fatto, che dicessi che si può perdere la battaglia: non è vero. Uno può perdere la testa, è l’unica cosa che si può perdere, non la battaglia. Può perdere questa categoria, dove il perderla è lasciarla perdere.
A che punto è oggi il mondo, la storia del pensiero? Dicevi che il mondo riguardo alla difesa è insufficiente; non ci siamo ancora arrivati e le patologie individuali e la nevrosi sono la prova di questa insufficienza della Costituzione a sede individuale. Una insufficienza nell’individuo, tanto da richiedere difesa o da rivolgersi a qualcuno per una difesa.
Io pensavo che non basta che qualcuno chieda aiuto, chieda di essere difeso perché la sua richiesta sia accettata da un difensore della salute, sia psicoanalista sia consulente: non basta che non abbia una sufficiente difesa, perché o questa categoria la ha e allora lavorerà, o se non l’ha è perverso. …
Pronunciato il 29 giugno 2013
Trascrizione a cura di Sara Giammattei
Revisione di Glauco Maria Genga
Testo non rivisto dall’Autore