In fondo è quasi solo per prendere spunto, l’ho appena fatto mentalmente, da questo intervento di Natalino, non certo per trascurare gli altri ma il suo intervento mi ha fatto fare questa raccolta di pensieri, osservazioni, ricordi.
Lui ci ha presentato, ci ha riassunto, della grafia forte ma precisa, di questo lavoro dei secoli, un lavoro di fino, una distinzione di fino su proprietà, possesso, usufrutto, uso. Poi sull’uso si può ancora sottilizzare. Non dico niente, ci son passato e ci passo per tutte queste praticatissime distinzioni. È vero che io come altri a queste distinzioni sono arrivato specialmente attraverso le mie letture su Hegel, tutto vero. Col tempo, un po’ tardi, mi sono accorto che queste sottigliezze, queste distinzioni per un momento almeno, per un momento di grazia del pensiero le abbiamo elaborate tutti, ossia, come dico sempre, il colto precede la cultura senza prima avere letto trattazioni, neanche questa.
È importantissima questa scoperta, io l’ho fatta in più modi, specialmente come analista, cosa si osserva come analista? Che queste distinzioni le abbiamo fatte tutti indipendentemente dal grado di scolarità, di classe culturale o anche economica in cui siamo nati, ma l’abbiamo fatte e basta. Non so se concederei che l’abbiamo fatte prima dei dodici, tredici anni, cioè se concederei che possa essere stata fatta prima dell’adolescenza, e qui non la faccio lunga, diciamo che è una discussione fattibile ma, a parte questo, queste sottigliezze, che non sono le uniche – approfitto di queste perché tutti le abbiamo appena sentite – sono di un’importanza non sopravvalutabile. Proprietà, possesso, usufrutto, uso, poi ancora. Queste distinzioni le abbiamo fatte tutte, e allora vien da dire che non siamo poi così male, noi umanità non siamo ridotti così male, poi invece si constata che siamo ridotti malissimo. …
Pronunciato il 17 marzo 2012
Trascrizione a cura di Sara Giammattei
Revisione di Glauco Maria Genga
Testo non rivisto dall’Autore