6° SEDUTA – ANALISTA E PAZIENTE: MORALI DELLA “PAZIENZA”. IL TEMPO DELL’ELABORAZIONE SENZA PATIMENTO NÉ COMPATIMENTO

Seminario 2001/02
“ANCORA SULL’AMORE NELLA PSICOANALISI”

 

 

Giacomo B. Contri

Meno di una settimana fa in una seduta una mia recente cliente, non paziente… Ma poi per passare dalla parola paziente alla parola cliente basta il buon senso: il solo quesito sulla psicoanalisi è se la psicoanalisi in fondo non si riduca tutta al puro buon senso. Si risponda alla domanda. Arrangiatevi. Ma in ogni caso il mio quesito equivale a dire: comunque, nella stragrande maggioranza è puro buon senso. Quando Freud dice che la sessualità infantile non è una teoria di Freud ma basta avere gli occhi aperti sul bambino…

Moreno Manghi

Allora, anche troppa enfasi su analista/non analista, «al posto dell’analista», «il dovere dell’analista», etc.,?

Giacomo B. Contri

Questione di buon senso e di un filino di logica, che equivale al buon senso. Basta osservare che non è vero che dall’analista o anche dallo psicoterapeuta o anche dallo psicologo uno si comporta da paziente come dal medico: dice la sua, si fa avanti, magari è un arrogante, un antipatico. Non è un paziente.

Dallo psicologo… e parliamo di psicologo, perché poi la psicoanalisi vuol solo dire psicologia, un’altra, ma vuol solo dire psicologia. Freud l’aveva chiaro questo: c’è quella psicologia là e c’è questa. Basta vedere come si parla al bar. Ma da quando in qua ci sono dei pazienti, persone che pazientano?! La pazienza è solo una teoria masochista.

La persona molesta: nessuno sopporta le persone moleste. Il precetto di sopportare le persone moleste deriva soltanto da una condotta tale per cui la persona molesta vedendomi agire in un certo modo la smette di molestarmi.

Maria Saibene

Ecco, non ho la capacità di attendere, perché anche la persona molesta la smette. Per me è proprio capacità di attendere la pazienza.

Giacomo B. Contri

Il rimuginante è una persona molesta. Ognuno di noi: ci capita a tutti di rimuginare. Ma se uno che viene da me o da uno di noi, finalmente riconosce il suo rimuginare e ne parla, è chiaro che non è più rimuginare, quindi smette di essere molesto. Ha fatto un giro.

Questa cliente si è ricordata che una delle sue nonne, torinese, chiamava con un certo nome il fidanzato. Parola piemontese. Chiamava il fidanzato con questo nome: «Patirai».   …

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Pronunciato il 22 marzo 2002
Trascrizione a cura di Gilda Di Mitri
Testo non rivisto dall’Autore


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Data di pubblicazione: 05/06/2016