Seminario 1999-2000
LA SCIENZA DELLA PSICOPATOLOGIA COME SCIENZA DEL COMANDO
LA DIFFERENZA ADULTO-BAMBINO.
Critica dell’«adolescenza»
Ascoltare quello che ho ascoltato da Mara Monetti e Gianpietro Séry, mi è servito a confermarmi e confortarmi nella conclusione che esiste una questione soltanto. Una questione significa: per tutti e in ogni campo, qualsiasi mestiere si faccia, qualsiasi pensiero di vita si abbia.
E che la una sola questione esistente è quella del sapere — già in fondo abbiamo introdotto l’idea che per sapere bisogna decidere; sapere non è neutro — che cosa farsene del proprio odio. La mia esperienza di analista in tanti anni ha tante conclusioni, una delle quali è questa: che in tanti casi, che posso comprendere,— ma ho deciso di non essere qui un uomo comprensivo amore e comprensione sono due piste totalmente diverse — ci sono molte persone che non accettano di riconoscere come dato il proprio odio, come si direbbe avere i piedi e le braccia. La stessa idea di psicologia evolutiva o dell’età evolutiva è nata per negare il dato dell’odio.
L’affetto, sentimento, emozione, risultanto dal non sapere che farsene del proprio odio si chiama imbarazzo. Non è vero che siamo imbarazzati dai sessi. Capisco il povero Freud che si è dibattuto per anni, ma un giorno ha concluso anche lui: i sessi sono un oggetto contundente e sempre innocenti. Un giorno vi dimostrerò sui sacri testi evangelici che Cristo la pensava esattamente così: non ha mai trattato i sessi come oggetto del giudizio morale.
È stato questo il nostro grande passaggio: l’oggetto del giudizio morale è la menzogna, che comporta pure l’uso dei sessi come mezzo contundente, come corpo contundente. …
Pronunciato il 17 dicembre 1999
Trascrizione a cura di Gilda Di Mitri
Testo non rivisto dall’Autore