Seminario 1993/1994
“NORMALITÀ E IMPUTABILITÀ NELLE QUATTRO PSICOPATOLOGIE”
La mia è solo una esercitazione per mettere alla prova quello che io stesso ho cominciato a imbastire, introdotto appena in pochi minuti, sabato scorso. Ed era una novità, ossia la conversione in quattro punti diversi delle quattro psicopatologie, era una novità per me medesimo (…) e ancora aveva dell’ ammucchiata — diciamo così — era volutamente ancora molto sommaria.
Però ascoltando Ballabio mi sono venuti uno o due appunti nella mente, ossia che, dovessimo o doveste da parte di coi impiegarci vent’anni, il momento buono — molto tardivo — ma il momento buono è già in partenza dei vent’anni o due mesi se il pensiero che ora dico — in fondo è solo un riepilogo — fosse già avvincente dal momento che il pensiero buono — dove buono vuol dire efficace; efficace vuol dire che porta a buon termine. Non esiste la distinzione fra meta e meta buona. Se meta allora buona. Non esiste il ti tratto e poi ti tratto bene o ti tratto male. Se ti tratto, ti tratto bene.
Ho portato il caso del Samaritano: non esiste sdoppiamento, schizofrenia, in un altro senso non precisamente … tra moto e morale; se moto esso è morale. Perché il moto significa che arriva al suo termine. Correntemente si dice: a buon termine, ma è un pleonasmo. Buon vuol dire: essendo arrivato a termine, allora buono. Buono significa soltanto missione compiuta. Inutile che qui riassetti il problema libero bene, medievale, sul fine, sulla dottrina del fine, sulla causa finale. In ogni caso non è da quel genere di pensiero che siamo partiti, il pensiero da cui siamo ripartiti, anche se invece l’abbiamo ripescato.
Avevo iniziato a dire: fra i buoni pensieri, il massimo buon pensiero — dovessero servire vent’anni a compierlo — è quello che si può affrontare così: ossia che il parlare, — che significa anche il moto fisico dell’organo e della gola, — che parlare è un moto del corpo come tutti gli altri: mangiare, …
La teoria comunicativa della parola è falsa. Come il mangiare è un moto che è buono se ha un termine, ossia è soddisfatto, così il parlare è un moto che arriva a un termine se è soddisfatto. …
Pronunciato il 20 gennaio 1994
Trascrizione a cura di Gilda Di Mitri
Testo non rivisto dall’Autore