Seminario 1994/1995
“IL COMPROMESSO”
Prendo la parola a questo proposito per dire che l’argomento del credito mi pare rilevante: il nesso che ci preme è quello di diritto-economia.
Riguardo al credito farei osservare che prima domandare e poi ricevere un credito da una banca è un atto con il quale si fa credito alla Banca, al sistema bancario: se tutti oggi ritirassero il credito alle banche il paese o il mondo finirebbero.
La fonte del credito è il Padre, ma il prendere il credito del Padre, anzi domandarglielo è fare credito al Padre. I nostri sono anni in cui nessuno fa credito al Padre eccetto che da qualche parte e come gruppuscolo quelli che sono qui. Di Padre sappiamo che ce n’è uno solo, ossia quello e nessun altro: è il Padre nostro, che sei nei cieli. Esiste un credito dato e una domanda di credito che fa credito, da cui la parola credenza. Ed è interessante che la parola credenza venga fatta derivare da credito.
Quello che ora accenno e che continuerò domani mattina, è la mia risposta alla domanda a che punto siamo arrivati? La punta di questa freccia, la mia risposta a questa domanda è l’imputabilità.
Mi va comunque di fare una premessa lontana e poi dire due punti, di cui il secondo diretto sull’imputabilità.
La premessa è che nell’amore uno può solo dire «Io amo mia figlia», che è l’unico caso dell’amore. Paolo e Francesca è una storia burlesca, non una tragedia, perché è la vicenda burlesca, la tragi-commedia di due i cui padri si elidono a vicenda — sono i padri che si odiano, il Padre eliso — e che fanno l’idea di poter parlare d’amore.
Semmai l’interesse dell’argomento si sposta a un altro: io amo una figlia, sola dichiarazione dell’amore con la sua inversa o reciproca. Solo che ci si imbatte in una opposizione tipica — storica, narrata, scritta, etc. — con due corni che non sono buoni nessuno dei due.
Primo. Lacan diceva che “amare una donna è amare un’idea”: idea è un po’ platonizzante e non è buona.
Secondo. La sola alternativa che è posta a questa teoria è “Dopo che l’ho vista la figlia, deciderò empiricamente se la amo o non la amo”. Un po’ come dire la prendo in prova, fino a tutte le ridicolaggini che ne possono discendere. …
Pronunciato il 19 maggio 1995
Trascrizione a cura di Gilda Di Mitri
Testo non rivisto dall’Autore