7° SEDUTA – MOSÉ, PAOLO, FREUD

Seminario 1995/1996
“PERCHÉ FREUD HA RAGIONE”

 

 

In fondo, nel tempo dei secoli, ho ragione a dire che la psicoanalisi si riconnette in linea diretta con il cristianesimo e l’ebraismo, e non a caso Freud individua come interlocutore San Paolo, che è lo snodo fra ebraismo e cristianesimo. In fondo il pensiero di Freud è: 1) Mosè; 2) il nuovo Mosè (S.Paolo); 3) io, Freud.

Anche solo per quel po’ che si sa per sentito dire, o dalle prediche dei preti, come è finito il concetto di Padre, che cosa vuol dire Padre nella storia del Cristianesimo? Io sono in grado di sostenere che è da cinque secoli che non c’è un cristiano né non un teologo mestierante che se lo chieda più. L’ultimo è stato S. Tommaso. Mi ero anche divertito a leggere quel libro di un teologo romano, pontificio, che aveva pubblicato nel 1994 un libro intitolato La Trinità composto di due capitoli: il Figlio e lo Spirito. Poi la parola Padre – ossia il significante, il puro suono – negli unici due capitoli salta fuori tutti i momenti, ed è questo spirito buono che pervade e annega i due capitoli sul Figlio e lo Spirito. Il Padre è la melassa.

Non ho mai trovato un aiuto, a parte i passaggi per S. Agostino e S. Tommaso, a definire il Padre. Il cristianesimo, di certo negli ultimi cinque secoli, sul Padre è rimasto fermo. Perché il concetto di Padre è sganciato, separato, anzitutto dal giudizio: l’attività perdonante del Padre è vista addirittura in antitesi all’attività giudicante e quindi il Padre è un inetto, uno stupido. É addirittura una teologia blasfema nel suo assentarsi rispetto al concetto di Padre. Il risultato è che il Padre è un’idiota, e dà ragione a tutta quella letteratura antropologico-etnologica che alla fine ha detto che il Padre è un totem e il totem è un bestione. Tutta una letteratura scientifica, abbastanza seria, ha concluso che la sola origine, la sola fondazione concettuale che si possa dare alla parola Padre è quella dell’animale primitivo e l’animale primitivo è un non-concetto: è un bestione, è stupido, non pensa e con quello che fa non ha nulla a che vedere, neanche se si comporta da buono. È così perché è fatto così; perché ha l’istinto dell’essere misericordioso. Dire che ha l’istinto di essere misericordioso è dire che è uno sciocco.  …

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Pronunciato il 26 aprile 1996
Trascrizione a cura di Gilda Di Mitri
Testo non rivisto dall’Autore


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Data di pubblicazione: 05/06/2016