7° – SUSTINUIT SUSTINET SUSTINETUR

Corso 1997/1998
UNIVERSITÀ. CHE COSA POSSO SAPERE

 

 

Oggi riprendiamo il nostro lavoro. Come sempre. Con in più oggi un incentivo: sapete quale.

La parola incentivo mi pare giusta e ed è solo una traduzione del verbo sustinere, della parola sostegno, che è scritta su questa lavagna.

Credo, posso dire penso di parlare in ciò che dirò ora in compagnia di Stella e dei compagni, amici, colleghi di Ambrogio Ballabio con i quali non ho ritenuto di dovermi consultare un granché, semplicemente ritenendo di non averne un grande bisogno nel preparare gli appunti che ora seguirò.

Molto di ciò che dirò potrebbe essere detto da altri; non tutto. Ma molto potrebbe essere detto da altri, come da me, forse meglio di me. In modo particolare, penso a Pietro R. Cavalleri che ieri sera dietro mio suggerimento si astenne da qualcosa che avrebbe voluto dire. Se lo farà questa mattina, sarà benvenuto ciò che dirà.

Noi non facciamo commemorazioni: noi facciamo il lavoro che facciamo. Allora questo è parte del lavoro che facciamo, spero anche con incrementi rispetto a momenti precedenti.

All’antica, si sarebbe detto — qui no — un eccesso di pretesa da Demostene o da Cicerone.

Ma diciamo così: si potrebbe chiamare un panegirico, nel significato proprio della parola greca che vuol dire “dire tutto” o quanto basta perché tutto vi possa trovare albergo.

Potrebbe anche voler dire peste e corna e mi va di dire che Ambrogio Ballabio… un bel satanasso anche lui! No, Stella?

Penso alle sue ultime battute, che non spiegherò, sul mistero della stupidità.

Diciamo che, nonché di me, neanche di Ballabio si può dire che fosse un’orsolina. Non ce l’ho con le orsoline, sto solo facendo quell’uso spiritosamente anticlericale che è stato fatto nel nostro secolo di questo parola. Con un’orsolina je m’accompagnerai jamais, in tutti i significati di questa espressione.

Dico di Ambrogio Ballabio ciò che dico di me stesso: mi pare di poterlo dire per altri. Tutto ciò, sviste ed errori compresi, che faccio e che faceva Ambrogio nella vita, è un lavoro e basta. Un lavoro propriamente parlando di ricapitolazione, di ogni cosa o tema.  …

Leggi tutto


Pronunciato il 21 febbraio 1998
Trascrizione a cura di Gilda Di Mitri
Testo non rivisto dall’Autore
La versione riveduta dall’Autore del presente intervento è contenuta nel volume Il pensiero di natura, 2a edizione


Download

FileDimensione del file
pdf 980221SC_GBCa1469 KB

Copyright © 2025 Raffaella Colombo - C.F. CLMRFL55B43Z133J
Copyright - Contatti - Tutela della Privacy - Cookie Policy


Credits


Data di pubblicazione: 05/06/2016