8° – LA PERVERSIONE

Corso 1993/1994
“IL LEGAME SOCIALE E LE QUATTRO PSICOPATOLOGIE”

 

 

Anche questo punto sarà fecondo

Due brevi osservazioni, per suggerire un nesso con quanto seguirà. È così palese che siamo aristotelici e anche tomisti nella nostra impostazione e Colombo l’ha mostrato in almeno due punti che ha richiamato ora, che la sola cosa interessante che ci resta è dimostrare in che cosa Aristotele e Tommaso, mentre noi siamo aristotelici e tomistici, Aristotele e Tommaso non erano ancora noi. È chiaro? Dicevo che mi immaginavo, ascoltando Colombo, che entrasse in sala il solito tomista, classico, del Novecento e che ci dicesse: «Ho ascoltato, non solo oggi, quello che dite. Adesso ho capito: siete dei nostri» e io risponderei: «Un momento. Forse sì. Ma prima si tratta di sapere se voi siete dei nostri». La mia ipotesi è positiva. È con risposta positiva. La mia ipotesi dipende dal loro destino di soggetti in relazione a una compositività nostra che già non è contenuta in ciò che ci è tratteggiato di Aristotele e Tommaso.

Seconda osservazione e che immediatamente è connessa con il tema della perversione. Mi è stata offerta da uno dei passaggi di Colombo che ci dicevano uno dei pensieri indubbiamente identici in Tommaso e Aristotele che non c’è altra forma del corpo che l’anima, ossia che non vi sono altre anime, che non c’è un corpo che vorrebbe un’anima, che farebbe da mediazione fra l’anima come se ne parla e il corpo. Fin qui sembrerebbe molto astratto. Che c’entra la perversione? Immediatamente la perversione è la teoria che, il dispositivo perverso per mezzo del quale io regolo il mio moto nel rapporto con altri corpi, è l’anima intermedia fra questa anima e il mio corpo. La conseguenza immediata è ciò che è esattamente successo nel nostro mondo compreso il caro tomista che ho immaginato entrare in sala. Che cosa è successo, in tutto il secolo scorso almeno, — a mio avviso si risale indietro — e che comunque volgarmente appartiene al nostro secolo? È l’anima come ci è stata tratteggiata: è solo una cosa da preti. La divisione super-consumata, sia nei preti che nei non preti — uso la parola prete solo come simbolo di tutta una realtà —; senza un’anima intermedia, allora l’anima come se parla è solo una faccenda da preti, è una faccenda morale scissa da qualsiasi norma, da qualsiasi norma giuridica.  …

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Pronunciato il 12 marzo 1994
Trascrizione a cura di Gilda Di Mitri
Testo non rivisto dall’Autore


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Data di pubblicazione: 05/06/2016