Corso 1991/92
“PSICOPATOLOGIA”
Quanto a me, ho giudicato che meritasse prendere tempo alla mia esposizione, in primo luogo perché trovo che la domanda di ponte, come mi sono espresso prima, è anche più che soddisfatta e infatti il punto da cui riprenderò lo mostra. Suggerisco a tutti che… (quando, grazie a Pietro Cavalleri, avremo in mano anche questo testo), che lo leggiamo attentamente perché non c’era nessuna ridondanza, ripetizione e ogni frase vale per sé stessa. Quindi grazie. Io riprendo e aggiungo il commento buono, perché era buono quanto abbiamo sentito, io riprendo da… Non è affatto grave che la mia esposizione sia un po’ abbreviata: se questo Corso servisse per fissare i quadri, i titoli di questa concezione che si sta esponendo, basterebbe; sarebbe da essere soddisfatti della sola partizione della materia, come si dice in università. Allora, io stasera al- meno farò della partizione della materia.
- Inevitabilità di una parte della psicopatologia
Prendo l’ultimo metro di ponte ora fatto, per ripigliare l’esposizione; ultimo metro di ponte dato da questa frase: “Inevitabile è l’errore di giudizio”. Credo…, a me è stato intelleggibile molto bene (credo a tutti)…: la motivazione per cui l’errore del giudizio è inevitabile. Questo giudizio (perché anche questo è un giudizio) verte subito sulla domanda della inevitabilità della patologia. Noi siamo tutti avvezzi alle frasi un po’ banali: “Siamo tutti un po’ malati”, soprattutto “Gli uomini sono un po’ nevrotici”, e le banalizzazioni come questa. Invece, il quesito se la malattia, come qui ne ho parlato, sia o non inevitabile, è un quesito inevitabile e deve avere una risposta; è un quesito degno, è un quesito che deve essere posto, che si pone e che deve avere una risposta. Io mi associo alla frase, al giudizio espresso ora da Raffaella: “È inevitabile l’errore del giudizio”, proseguendo questa frase dicendo: “Sì, allora è vero che (non solo grazie ai mezzi della statistica, ma infischiandoci completamente dei mezzi della statistica), è vero che una parte della psicopatologia è inevitabile”, ripartendo dalla prima frase detta, se ben ricordo, in questa stanza, che: “L’uomo nasce sano, non nasce malato; non è vero che l’uomo è un animale malato”. Tutto ciò che Raffaella Colombo ha detto presuppone la nascita sana. …
Pronunciato il 20 marzo 1992
Trascrizione e revisione a cura di Pietro R. Cavalleri
Testo non rivisto dall’Autore
La raccolta completa dei testi degli interventi al Corso è disponibile nel sito www.sicedizioni.it