Seminario 1999-2000
LA SCIENZA DELLA PSICOPATOLOGIA COME SCIENZA DEL COMANDO
HANDICAP PSICHICO A CONFRONTO CON NEVROSI E NORMA, ATTRAVERSO L’ESAME DELLA DISTORSIONE CHE RISULTA NELLE SEGUENTI FACOLTÀ E ALTERNATIVE PRATICATE DAL SOGGETTO:
C) principio di piacere/beneficio/vantaggio
D) inganno/costituzione dell’errore/correggibilità
E) compromesso/castrazione/soluzione
Una parola, anzi tre, una più breve dell’altra.
Prima: su ciò che ha detto Militello, io e non solo io, avevo già fatto un commento prima purtroppo non sentito in ogni parte. L’idea di eclisse è buona. Altro non c’è tempo di dire.
Osservazione sull’intervento di Arrigone: osservo come tutti abbiamo visivamente potuto osservare la lista in due colonne e il merito di quella lista in due colonne, essendo stato svolto il lavoro di fare tutta una lista di parole, parole, concetti, lemmi, è stato un effettivo lavoro sperimentale perché l’ipotesi, l’interrogativo avendo costruito la prima colonna era: in corrispondenza di ogni parola della pria colonna, ci sarà o non ci sarà un pieno nella seconda colonna? Corrisponderà un qualcosa nella prima colonna? Non fosse, sperimentalmente, osservativamente, descrittivamente corrispondente a nulla, lo handicap, anche psichico, sarebbe come se io mancassi di un braccio. Puro concetto di debilità. E invece abbiamo visto la seconda colonna perfettamente attiva come la prima. È tutto lì.
La terza osservazione è solo un’ipotesi a partire dal richiamo di Gabriella Pediconi sulla connivenza della scienza; potremmo dire in generale della cultura. Ma anch’io preferirei mantenere la connivenza della scienza. Però in questa connivenza — è un’aggiunta che da un paio d’anni ho imparato a fare — si avvilisce come scienza. Occorre che il pediatra quotidianamente consultato dal genitore o genitrice una volta alla settimana o al giorno dicendogli che il bambino è malato, risponda sempre positivamente — dico pediatra come voce popolana, popolare della scienza — all’appello del genitore perché quel bambino diventi un caso di psicopatologia precoce. Bisogna che lo psicologo, l’insegnante della scuola materna, l’assistente sociale, l’educatore, rispondano positivamente alla designazione della malattia psichica del bambino da parte del genitore affinché quella malattia diventi — e che in tanti casi non è nemmeno malattia — psicopatologia precoce. Per tanti anni mi sono sentito dire «Ah, sì, l’autismo è proprio quello di quel bambino lì a sei mesi, che si sbatte fuori dalle braccia della mamma…». …
Pronunciato il 28 gennaio 2000
Trascrizione a cura di Gilda Di Mitri
Testo non rivisto dall’Autore