8° SEDUTA – L’IDEALE DELL’IO IN FREUD

Seminario 1998/1999
“IL PENSIERO CON FREUD: IL PENSIERO DI NATURA”

 

 

In questi giorni l’ideale dell’Io l’abbiamo visto su tutti i giornali: i bambini kossovari. Non è un concetto difficile: è Ivan Karamazov che dice «Posso sopportare tutto, ma non la sofferenza dei bambini». Che vuol dire: «a tutti gli altri potete anche tagliare la gola e strappargli le unghie». E poi che lui non lo possa sopportare si riduce tutto al fatto che lui non lo sopporta.

Pensavo di aspettare, invece mi innesto su Sandro per dire qualcosa io.

Intanto, questa immensa idea e critica dell’ideale: in Freud è una delle cose sul versante critico più grosse. Io stesso sono stato lentissimo ad accorgermene. Corrisponde all’imperativo «Bisogna amare i bambini». Il risultato di questo imperativo è che a rimetterci sono i bambini: l’esperienza è probante.

Ripensando agli ultimi 45 giorni, ai bombardamenti, io ho visto sui giornali quasi solo ideali dell’Io: il concetto di guerra umanitaria, i bambini, le donne violentate, la donna come ideale.

Arrivo subito a quello che tratto come il nocciolo di dottrina. Ormai, evito la parola “teoria” come satanasso.

Per dire prima quello che risultava già poco fa, che rispetto a Freud noi abbiamo reso leggibile Freud. Verissimo che una frase come quella citata da Sandro, «Desiderio inconscio e esigenze difensive dal desiderio inconscio». Uno si può chiedere : ma noi diciamo che la difesa esiste giusto a difesa del desiderio, e Freud dice che la difesa è una difesa contro il desiderio? Ma questo è ciò che avevamo messo in luce da ciò che dicevamo prima: noi abbiamo ingigantito universalmente la legge detta “pulsione”, articolazione di quattro momenti, Allattandomi mia madre…, la legge di moto universale, la legge del desiderio, ma poi che cosa osserviamo? Che negli stessi articoli della Metapsicologia, Pulsioni e loro destini, La rimozione, allorché Freud si getta sulla casistica, si getta sulla casistica patologica, cioè su quando la pulsione da lui scoperta e costruita va male, non su quando la pulsione da lui costruita va bene. E in Pulsioni e loro destini è chiarissimo, perché esamina neanche tanto la nevrosi, quanto la perversione, per vedere il sadismo come destino della pulsione.  …

Leggi tutto


Pronunciato il 7 maggio 1999
Trascrizione a cura di Gilda Di Mitri
Testo non rivisto dall’Autore


Download

FileDimensione del file
pdf 990507LP_GBC1577 KB

Copyright © 2025 Raffaella Colombo - C.F. CLMRFL55B43Z133J
Copyright - Contatti - Tutela della Privacy - Cookie Policy


Credits


Data di pubblicazione: 05/06/2016