Seminario 1999/2000
“L’EREDITÀ FREUDIANA NEL PENSIERO DI NATURA”
Giacomo B. Contri
È diverso dall’origami. Però… Informo solo che le mie battute sui tori, è piuttosto improbabile, esclusa. Non è soltanto frivola, e c’entra con tutto un implicito omosessuale in questo genere di teorizzazioni che poi è una ostensione della patologia. Io che sono popolano ci sono arrivato tardi e non l’ho capito prima.
Di mio ho preso alcune note, ma proprio appunti, separati. La parola privilegio l’ho trovata tanti anni fa in Lacan e designava il privilegio nella patologia. I diversi casi di essa, anoressia, psicosi, la perversione — non il nevrotico — forse l’autistico stesso, si comportano da privilegiati. Osservazione, non deduzione. Uno potrebbe tradurlo con la frase: «Sì, però io sono un tipo speciale». I drogati intervistati in televisione sono lì che lo dicono.
Maria Delia Contri
Privilegiati o eletti.
Giacomo B. Contri
Privilegiati o eletti: vedi l’altro giro perverso nel senso originario della parola perversione che vuole dire un lucciole per lanterne a proposito dello stesso concetto, il privilegio senza beneficio, ma sostenuto come tale, con orgoglio. In certi casi di anoressia con militanza. Nella perversione gay c’è addirittura l’orgoglio gay su striscione.
Si parlava dell’uno: io all’epoca avevo solo vaghissimamente l’uno lacaniano, platonico, plotinico, etc. In Leggi avevo buttato lì che quello che aveva parlato bene dell’uno era stato il mio adorato Dumas ne I tre moschettieri, che consiglio davvero a tutti di leggere. Non i film, uno più sbagliato dell’altro. Il romanzo è un romanzo che non vale un millimetro meno dei Promessi Sposi; grandissimo, eccezionale. Ebbene, uno per tutti, tutti per uno. È una formula straordinaria.
Sul Padre mediatore amoroso purtroppo a Lacan non viene in mente che il Padre mediatore amoroso lo sarebbe se fosse mediatore tra l’uno, soggetto, e l’universo.
Il padre che interviene a proibire il nesso madre-figlio, quello che frivolamente interviene a dire «Ehi, voi due, cosa combinate?», è un padre che non ha pensato al nesso padre-figlia, il che riguarda lui. Il nesso padre-figlia, esplorato da Freud, forse con un po’ di illusione sui risultati reali, non è un nesso coltivato in Lacan. …
Pronunciato il 5 maggio 2000
Trascrizione a cura di Gilda Di Mitri
Testo non rivisto dall’Autore