9° SEDUTA – IL MODUS RECIPIENTIS. PETRARCA E LA MELANCONIA.

Seminario 1998/1999
“LA PSICOPATOLOGIA E LA SUA SCIENZA PRODOTTA DAL PENSIERO DI NATURA”

 

 

Ho ascoltato con frutto accresciuto rispetto ad altre volte, le due lezioni di questa sera. C’è una crescita che ancora quattro mesi fa all’inizio non prevedevo, anche se ero pronto ad attendermi.

Fra un momento faccio come Sgarbi al Maurizio Costanzo Show, — quel farabutto empirico nazionale che risponde… La simpatia è dal lato dell’empirico — ossia leggo una poesia.

Sono molto d’accordo che il Soggetto perde il posto, non perché cacciato, ma perché non l’ha preso. Mi ha fatto pensare a tutta l’iconografia dell’angelo con la spada fiammeggiante che sbatte fuori dal Paradiso terrestre Adamo ed Eva: non sono d’accordo con quell’iconografia, non sono stati cacciati. I pittori cristiani erano dei preraffaelliti

È vero che il modus recipientis non ha affatto come modello la donna per via della costituzione fisica, con quell’ovvio recipere che tutti credono di tanto ben conoscere.

Già segnalavo che una certa specie di errore — è su questo che leggo fra poco la mia poesia — era già iniziato nel XIII secolo: il sonetto sarà di Petrarca, ma già denunciavo questo in Dante con la sua frase che “l’uomo è colui che fa”, sia pure nell’apportare un beneficio, e “la donna è colei che pate” ossia lo riceve. Errato: è vero che il beneficio è dalla posizione di Soggetto, che esso sia occupato dall’uomo o dalla donna. È solo e solo in questo senso che ha ragione San Paolo nel dire che non c’è né uomo, né donna. Non è la donna, non più che l’uomo, a connotare la posizione del recipiens. Salvo la banale e pornografica, e peraltro volgarissima idea, del recipiente come pentola, o del mortaio secondo la tipica pornografia ottocentesca: era un classico, credo anche precedente.

Come è vero che anche l’Altro è Soggetto: prima mi annotavo che l’Altro è Soggetto anche quando l’Altro è Dio. È l’unico significato valido della parola “incarnazione”, che non è soltanto “in carne ed ossa”. Dio è un Soggetto e il suo posto e fine, interesse è quello della soddisfazione. Per lui come per me.

Il concetto di soddisfazione è “La” comune misura esistente fra l’uomo e Dio.  …

Leggi tutto


Pronunciato il 15 gennaio 1999
Trascrizione a cura di Gilda Di Mitri
Testo non rivisto dall’Autore


Download

FileDimensione del file
pdf 990115SP_GBC1483 KB

Copyright © 2025 Raffaella Colombo - C.F. CLMRFL55B43Z133J
Copyright - Contatti - Tutela della Privacy - Cookie Policy


Credits


Data di pubblicazione: 05/06/2016