Vivo alla giornata: infatti ho appena appreso che questa espressione “Tra me e Dio” che ho evocato (in “La fissa della morte”, Think! lunedì 16 febbraio 2009) ha fatto effetto, tra credenti come tra miscredenti: vediamo.
San Francesco è passato alla storia, come già Gesù, come un Sant’Imbecille o un San Cretino (già detto: crétin da chrétien), ambedue espropriati del pensiero:
è ciò che mi ha fatto dire che la crocifissione continua da una ventina di secoli, a parte quel primo episodio, deplorevole sì ma comprensibile (a condizione di comprenderlo).
Quanto a Francesco, se ne è fatto l’idiota della povertà, mentre la sua “povertà” era già ciò che ho chiamato “talento negativo”, intelligente passaggio dialettico per la produzione di ricchezza tra un S (soggetto) e un A (altro soggetto), partner:
è il pensiero san(t)o, già detto pensiero di natura, in particolare non paranoico: ne ho derivato il mio “eremita”:
tra le nefandezze della storia c’è la clericalizzazione o pretizzazione dei francescani, laici per pensiero nonché volontà del fondatore. …
Pubblicato sul sito www.culturacattolica.it domenica 24 marzo 2013