CHI È GENITORE GENERARE. NON È PROCREARE.

Trento
IL PENSIERO DEL FIGLIO

 

Ho sentito parlare di rapporto tra genitori e figli fin da quando ero piccolo, se ne parla tutti i momenti e non se ne può più, che noia! Anche perché − scusate l’espressione gergale − ma chi mai, e quando mai, ha trovato una formula al riguardo, che cavi il ragno dal buco? Non l’ha mai cavato nessuno!

Non sto a citarvi una celebre frase di Goethe che dice: “Tanto, qualsiasi cosa tu abbia da trasmettere ai tuoi figli, non sarai in grado di farlo!” E non parto dal pessimismo, parto dal fatto che non c’è formula possibile, c’è solo un’idea, non inventata da me, un’idea di mobilitazione, l’idea di eredità.

Il verbo “generare” è altro, è distinto da “procreare”. Nell’ordine della natura si compiono certi atti dai quali, per una catena causale, usciranno dei bambini. Ma fin qui, si tratta più o meno della stessa catena causale per la quale nascono anche i gattini. E questo è il procreare, il fare.

Generare, invece, è né più né meno che il concetto di conferimento di un’eredità. Un figlio è un figlio perché è un erede, e non perché è nato come un gattino. Si trattasse pure di un “gattino superiore”, o di “mammiferi superiori”, o di “scimmie superiori”, su cui fantasticare che un giorno saremo in grado di farle diventare umane. Nell’umanizzazione, non si tratta di acquisizione di qualità umane: il concetto di uomo, e di figlio, è quello di erede. Ed è un concetto squisitamente giuridico.

É il concetto centrale del Credo nella formulazione datane a Nicea (325 d.C.). Non intendo fare alcun appello a personali adesioni alla dottrina cattolica, faccio solo riferimento a un testo in cui ci viene offerta una delle distinzioni decisive per le nostre esistenze quotidiane: il figlio, vi si dice – nel caso, figlio divino, ma non mi occupo di questo ora -, è generato e non fatto, è generato e non creato. Dal contesto e dal testo si comprende che ciò significa che è un erede. É l’eredità che fa il figlio.   …

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Pronunciato il 18 dicembre 2003
Trascrizione di Angela Postiglione e Maria D. Contri
Testo non rivisto dall’Autore


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Data di pubblicazione: 05/06/2016