Il conflitto, anche patogeno, è tra due fonti della legislazione: una è l’individuo con il suo pensiero, l’altra è quella cui un’antica Teoria riserva il nome “religione”: il laico, se esistesse, sarebbe colui che ha risolto il conflitto, ma la modernità ne resta lontana.
Continua però a mancare un sapere semplice e chiaro di ciò che in generale significa “religione”:
iniziamo allora dalla sua scoperta ancora da fare, malgrado le solari conclusioni di Freud e senza dimenticare Feuerbach-Marx.
“Religione” designa tutte le formazioni intellettuali, ideali e alte cioè superiori – debilitanti perché desovranizzanti – che sono nate come risultato anzi come “risulta”, per catastrofe, dalla rinuncia al pensiero (e al sapere):
la risulta è un Cielo abitato da un’accozzaglia di presupposti, leggi, teorie, volontà, comandi, profezie, destini, amori, cui Sofocle ha dato il nome “leggi non scritte degli dei, àgrapta nòmima zeòn”.
Il modello della subordinazione è quello già presente nell’espressione “La religione del denaro”, cioè far discendere il proprio pensiero e condotta dall’Oggetto-denaro, che differisce solo di un grado dall’Oggetto-Ideale puro, infatti anche l’Oggetto-denaro è ideale, non è più il denaro sensibile e fruibile: …
Co-Autore: Maria Delia Contri