Seminario a Genova 1999-2000
LIBERTÀ DI PSICOLOGIA
Circola l’espressione «la marcia in più», che pochi avrebbero a dispetto dei più. Tale espressione è un’iniquità verso tutti, compresi coloro cui essa viene attribuita perché se ne fa o li s’incoraggia ad essere dei presuntuosi.
Semmai esiste, diffusissima, la marcia in meno: con una parola in vigore nel lessico della psicopatologia, si chiama «inibizione». Impotenza, non potere. In generale: psicopatologia.
Ci sono poi quelli che cavalcano la propria e altrui patologia come punto di forza: appunto come marcia in più. Ossia, dallo scrupolo – inibizione, marcia in meno – all’essere senza scrupoli. Privilegio infame. Con parole più antiche: del vizio – coatto, patologica necessità – si fa virtù. Qualcuno può anche chiamarla, platonicamente, «il Bene» (Platone per primo). Come fa la platonica Antigone quando dichiara che ciò che fa lo fa «non per odio ma per amore» (si chiama anche «formazione reattiva»).
Non c’è marcia in più: c’è marcia, e questo cambia tutto.
Questa marcia ha un nome, collaudato da una millenaria tradizione linguistica, ma definitivamente banalizzato, in nome della scienza, dall’ormai tradizione novecentesca: si chiama «Psicologia». Sapete già che rifiuto di distinguere psiche e psicologia, con questa come la scienza di quella come suo oggetto. E così dicendo ho già definito la libertà di psicologia: in cui «psicologia» è il nome della competenza individuale. Competenza in che? Nelle leggi del proprio movimento.
Il proprio del piccolo d’uomo, della sua natura, è di nascere con una tale marcia in meno. È quel punto, l’unico in cui la natura è connotata da una lacuna, facit saltum che normalmente non fa. Gli animali nascono più o meno già equipaggiati della loro marcia, per esempio le solite api con il loro andirivieni biologicamente prescritto: questo equipaggiamento preliminare, automatico, le lingue hanno convenuto di chiamarlo «istinto». Come dire: «È fatta!». (La legge). …
Incontro svoltosi il 26 gennaio 2000
Testo rivisto dall’Autore in base agli appunti dell’incontro