Convegno 2005-2006
COOPERATIVA EDITH STEIN – STUDIUM CARTELLO
“MOSÉ GESÙ FREUD”
Rimini
Per concludere provvisoriamente, rispondo a domande ricevute. Nella telegrafia, alla prima domanda sul sacrificio rispondo: il santo sì, il sacro no. Andate a leggere, se volete, il primo pezzo del nostro blog Bed & Board intitolato Sacrificio, in cui dico esattamente questo.
Uno può essere contro o a favore di ciò che dico, ma almeno l’i- dea è chiara: santo sì, sacro no. Al santo si accede, mentre il con- cetto di sacro è quello di un’area non accessibile, salvo che ai sa- cerdoti, e io aborrisco il clericalismo.
Per di più, non ho alcun interesse per qualcuno al quale non posso accedere, e non vedo come sarebbe dignitoso uno che ritenesse se stesso uno cui non si accede: si vergogni!
Un’altra domanda riguarda il mutismo. Ma i muti sono solo dei malati, il mutismo è patologia in ogni caso: che sia mutismo perché mi hanno tagliato la lingua, o che sia mutacismo psichi- co. È comunque patologico. Vedete voi se iscrivere Dio, o comunque vorrete chiamarlo, nel patologico. Io no, non perché io sia gentile, ma perché non vedo come ciò che noi chiamiamo Padre – non Dio – andrebbe ad iscriversi nel patologico, poiché almeno il suo concetto è quello di una fonte di possesso legittimo, o eredità, ossia di salute.
Padre vuol dire eredità. Quando non vuol dire eredità non vuol dire niente: anzi vuol dire che vi stanno rubando il portafogli! Padre vuol solo dire che c’è un figlio, e figlio vuol solo dire che ha eredità, possesso legittimo. …
Pronunciato il 20 maggio 2006
Testo non rivisto dall’Autore