La prima domenica di luglio, ormai da 6 anni, è dedicata all’incontro di un gruppo della Scuola per alcune parole ultimative, consuntive, dell’anno appena trascorso e per iniziare a concepire i passi che potranno essere intrapresi nel successivo anno di lavoro.
Questo è il primo anno in cui siamo più numerosi. Il compito è quello di provare a disegnare un nucleo, anche secondo la vecchia dottrina dell’atomo, di quello che sarà l’anno venturo, lasciando implicito che questo disegno è stato preparato dai passi dell’anno appena conclusosi. Io li considero passi inattesi anche se ritengo che sia stato anche più originale l’anno precedente ancora (1993/94), quando leggevamo e commentavamo l’Edipo Re o il Re Lear o il primo capitolo del secondo volume del Don Chisciotte, che ci è servito per la giornata di incontro con i medici; era importantissimo poi — e ognuno individualmente coglie in modo diverso la misura dell’importanza delle cose che stiamo dicendo — il compiere l’atto del qualificare malati Re Lear piuttosto che Cordelia, o Edipo e qualificare sano Don Chisciotte, l’introduzione di quell’atto letterario che è stato il Gregorius di Hartman.
Abbiamo sempre detto che il proprio della nostra scuola — fra un istante lo riprenderò a ripartire dalla parola Studium — e l’unità dei nostri concetti, il trattarsi di un unico concetto allorché noi parliamo di diritto, di morale, di psicologia e di filosofia e di psicopatologia. In una lezione alla Facoltà di Psichiatria a Milano, qualche settimana fa, facevo osservare che uno dei nodi per caratterizzare la nostra operazione è l’unità di cattedra di filosofia e psichiatria — lì si parlava della dottrina dell’anima — ed è ciò che ci consente di dire che oggi come oggi non esiste nessuna cattedra di filosofia e nessuna cattedra di psichiatria e nessuna cattedra di psicologia, perché la loro distinzione separa quello che è un concetto unico: l’unità del concetto di psiche, e quant’altro, che perseguiamo. Esisterà la cattedra di psicologia, esisterà la cattedra di filosofia, esisterà università il giorno in cui si tratterà di una sola cattedra. …
Pronunciato il 2 luglio 1995
Trascrizione a cura di Gilda Di Mitri
Testo non rivisto dall’Autore